Sono una ventina al momento i comuni italiani (per lo più di piccole dimensioni) dove i sindaci hanno deciso di dire no al 5G, sospendendo o bloccando del tutto l’installazione delle nuove antenne. Per ora si tratta di piccoli comuni, il più grande dei quali ad oggi è San Lazzaro in provincia di Bologna, dove il primo cittadino ha deciso la sospensiva dell’esercizio delle nuove reti in attesa di nuove prove scientifiche che garantiscano la sicurezza degli impianti per la salute dei cittadini.
Stop al 5G non motivato scientificamente
Lo stop precauzionale dei comuni non è motivato dal punto di vista delle evidenze scientifiche. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità non ci sono prove che le emissioni del 5G possano essere dannose per la salute ed è comprovato scientificamente che più antenne ci sono, minori sono le emissioni.
Invece, quel che è certo è che nei comuni che dicono no al nuovo standard di comunicazione elettronica non si potranno sviluppare diversi servizi legati alla nuova era dell’IoT. Si rischia di produrre una situazione a macchia d leopardo, un digital divide tecnologico, per cui il 5G sarà diffuso nella maggior parte dei comuni ma con dei buchi laddove i sindaci lo abbiano bloccato. Di seguito alcuni di questi servizi che saranno off limits senza 5G, visto che per funzionare i nuovi servizi dovranno poter contare su una copertura del 100% del territorio.
Che cos’è il 5G?
Il 5G è un cambiamento radicale del modo di comunicare, apre la strada alla nuova era degli oggetti connessi, e investirà gradualmente tutti i settori industriali e non soltanto le Tlc. Miliardi di oggetti connessi fra loro, il 5G è anche il fattore abilitante per le tecnologie emergenti, come l’Intelligenza Artificiale e la Blockchain.
Perché il 5G è necessario?
Il 5G è necessario perché senza il nuovo standard non avremo la possibilità di creare i nuovi servizi del futuro per le smart city di domani. Quali?
- La smart mobility non si potrà fare. Nei comuni che dicono no al 5G non si potranno installare i sensori nei semafori che consentono di regolare i flussi in base al traffico, per snellire il deflusso di auto e mezzi. Con il paradosso che il comune senza copertura 5G sarà ben presto limitrofo ad altri comuni dove al contrario i servizi 5G saranno disponibili, accentuando ulteriormente la differenza e la mancanza di copertura per i nuovi servizi.
- L’auto senza conducente sarà una chimera, perché senza le connessioni 5G a bassissima latenza non sarà possibile sviluppare la guida a distanza e non sarà nemmeno pensabile avere mezzi senza pilota nel traffico perché le auto non saranno connesse fra loro e nemmeno a lampioni, pedoni, sensori posizionati sulla sede stradale e sui marciapiedi.
- La sanità digitale sarà fortemente limitata. Di certo nei comuni senza copertura 5G non si potranno effettuare interventi chirurgici a distanza, una delle applicazioni più attese e potenzialmente rivoluzionarie legate al 5G. Una delle possibili conseguenze è lo spostamento altrove dei pazienti, desiderosi di farsi ricoverare in ospedali coperti. Non si può nemmeno escludere l’emergere di conflittualità locali fra ospedali e comuni, con i primi che spingono i sindaci a procedere con i permessi.
- Interventi di salvataggio e messa in sicurezza. Senza una copertura capillare in 5G non sarà possibile garantire al 100% del territorio servizi di sicurezza e pronto intervento della Protezione Civile, tramite droni ad esempio, in caso di calamità naturali o in operazioni di recupero in montagna o aree difficilmente raggiungibili in occasione di terremoti o esondazioni.
- Le visite immersive a musei e siti archeologici saranno impossibili. Uno dei principali servizi sperimentati in campo turistico è appunto la creazione di nuovi servizi sempre più immersivi, basati su realtà virtuale e aumentata, che senza le connessioni di nuova generazione non saranno disponibili.
- Non si potranno monitorare la raccolta dei rifiuti, l’illuminazione pubblica (smart lighting), lo smart metering delle reti idriche, elettriche e dei consumi.
- L’industria 4.0 non sarà fattibile, così come la stampa in 3D per la creazione di manufatti e prodotti da usare ad esempio nell’artigianato e l’agricoltura smart.