Le frequenze 5G in Francia saranno assegnate in autunno con una procedura d’asta ibrida, un mix di impegni e rilanci. La durata delle licenze è di 15 anni, prorogabili di altri 5 anni.
L’Arcep ha fissato quest’estate regole d’asta ambiziose, che preoccupano non poco gli operatori d’Oltralpe (Orange, SFR, Bouygues Telecom e Free Mobile) visto l’esborso per le frequenze registrato in Italia (6,5 miliardi) e Germania (6,55 miliardi).
A pesare sugli operatori non solo i postumi di una guerra dei prezzi sanguinosa in atto da anni, ma anche il prezzo da pagare per completare la copertura 4 G e in fibra su tutto il territorio.
Una parte delle frequenze sarà per questo assegnata in cambio di impegni di copertura.
Inoltre, il regolatore francese vuole creare una sorta di nuovo “diritto del 5G” per regolare i soggetti di diversi settori ai quali gli operatori Tlc saranno tenuti a proporre delle offerte commerciali.
I blocchi minimi che saranno messi in vendita saranno di almeno 40 Mhz, per consentire ai quattro player francesi di accaparrarsi quantitativi minimi di spettro per il lancio dei servizi 5G. Il tetto massimo di spettro per operatore è pari a 100 Mhz.
La seconda fase della procedura d’asta prevede un sistema di rilanci per l’assegnazione dei 310 Mhz di spettro in banda 3400-3800 Mhz.
Quello che ancora non è noto è la base d’asta, che sarà fissata dal governo Macron per i singoli lotti alla vigilia della gara.
Sarà compito di Agnès Pennier-Runacher, il segretario di Stato incaricato del settore Tlc, ha detto a più riprese che sarà compito del Governo trovare un giusto compromesso sul prezzo delle frequenze.
Quello che si vuole evitare in Francia, scrive la Reuters, è un “découpage all’italiana (un taglio all’italiana) (dove due operatori su quattro dispongono di appena 20 Mhz di frequenze a testa) che non penalizzi la capacità di realizzare la rete degli operatori”, ha detto il segretario di Stato in un’intervista a Les Echos. “Ogni operatore avrà un primo blocco minimo di 40 Mhz, successivamente potranno combattere per accaparrarsi i blocchi aggiuntivi da 10 Mhz”, ha aggiunto.
Gli obblighi di copertura sono stringenti. Entro il 2020 gli operatori dovranno coprire almeno 2 città in 5G prima di realizzare 12mila siti complessivi nel 2025, per arrivare ad una copertura di circa due terzi della popolazione. Di questi, il 20-25% dovrà trovarsi in aree rurali, per connettere le zone di attività economica. La copertura totale in 5G è fissata al 2030.