L’uso locale delle frequenze 5G è una grande occasione di sviluppo, ricchezza e valorizzazione a livello locale per i Comuni italiani. Ne è convinto Antonio Sassano, presidente della Fondazione Ugo Bordoni (FUB) che ha ribadito il concetto oggi in occasione del webinar online intitolato “Distanze di connessione” promosso da ANCI, FUB e Infratel in occasione dell’assemblea annuale dell’ANCI.
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‘Uso locale delle frequenze 5G’. Video intervista ad Antonio Sassano (FUB) (ottava parte)
Reti locali
In tema 5G, i Comuni sono chiamati a promuovere la diffusione delle reti 5G a livello locale. Le nuove reti 5G saranno supportate dalla fibra “ma saranno soprattutto chiamate a gestire milioni di oggetti che dovranno gestire la mobilità e per questo le frequenze avranno un’importanza molto grande – ha detto Sassano – la FUB sta aiutando le realtà locali, ma l’attività da fare per la diffusione delle reti 5G a livello locale e comunale una volta che le aree saranno coperte dalla fibra, non può limitarsi ad un’attività di informazione”.
Fake news
Viviamo in un tempo in cui le fake news galoppano ed è molto difficile organizzare una strategia di contrasto. La lotta alle fake news è importante, ma non risolutiva. “è importante sottolineare un altro punto, qualificante, vale a dire lo sviluppo locale e l’utilizzo locale delle frequenze”, ha detto Sassano rivolgendosi ai Comuni.
Certo, al momento non c’è ancora la percezione di quali saranno le applicazioni del 5G. Però non basta dire che sarà una cosa meravigliosa, che si farà la telemedicina o l’agricoltura di precisione, ci saranno le auto a guida autonoma. “Le realtà locali non sono così convincibili semplicemente dalle prospettive future del 5G – ha aggiunto – secondo me invece i Comuni devono comprendere che c’è un aspetto di valore, di ricchezza per i Comuni e per le realtà locali, per l’industria: l’agricoltura, i cittadini, i servizi locali”.
Da dove viene questa ricchezza?
Dallo sviluppo di reti 5G per le realtà locali. “Il 5G si svilupperà sicuramente con reti nazionali, simili a quelle che conosciamo adesso, ma una delle componenti fondamentali del futuro sviluppo del 5G saranno le reti locali, l’utilizzo locale delle frequenze – sottolinea Sassano – I tedeschi hanno già messo a disposizione 100 Mhz di spettro preziosissimo per usi che hanno definito regionali, o campus network, che io definirei uso locale”. Per le aziende locali, per le fabbriche 4.0 nei Comuni più grandi, per l’agricoltura locale, per i servizi locali, fino ad arrivare alla GDO, anche la piccola e media distribuzione.
Sassano ‘5G un patrimonio dei Comuni’
I Comuni dovrebbero giungere alla conclusione che “le frequenze locali del 5G, che sono una parte delle frequenze complessive, e che non sono soltanto il WiFi, e vengono assegnate in maniera licenziata ed esclusiva per usi locali ed anche per aree molto piccole – aggiunge – gli Inglesi ad esempio pensano addirittura ad aree di poche centinaia di metri di raggio. Questo vuol dire che ci sarà uno sviluppo locale di questa ricchezza e vuol dire anche che le cittadinanze non dovranno vedere soltanto in modo difensivo l’avvento del 5G. Il 5G è un patrimonio per i Comuni. Così come i piani regolatori intervengono a gestire una ricchezza di questo genere”.
Modello tedesco
Servono ovviamente competenze istituzionali perché si crei un ecosistema 5G anche a livello locale, e La FUB è in prima fila perché ciò avvenga. Ma serve anche un ecosistema di aziende che, sulla falsariga di quanto già sta accadendo in Germania (un esempio per tutti è la città di Dresda, e le grand aziende tedesche dalla BASF alla Bosch a BMW), cominci a sviluppare localmente le frequenze senza affidarsi alle reti nazionali. La Germania ha dedicato ad un uso locale 100MHz del prezioso spettro 5G della banda 3.5GHz. 100 Mhz di spettro adiacenti ai 300 Mhz di spettro venduti agli operatori di telecomunicazioni per miliardi di euro. Dunque, in un qualunque comune della Germania esistono frequenze della stessa qualità di quelle utilizzate per far funzionare le reti 5G nazionali e che sono state messe a disposizione di imprenditori, amministrazioni, università e centri di ricerca per realizzare reti-servizio locali. Si può chiedere l’uso di una certa frequenza per 10 anni in un’area di un chilometro quadrato pagandola soltanto 45000 euro.
Nuova risorsa
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