Angela Merkel incontra oggi i vertici di Ericsson e Nokia per rafforzare la posizione indipendente dei fornitori europei di apparati 5G, non soltanto in chiave anti Huawei ma anche anti Trump. Lo scrive Handesblatt, riferendo dell’incontro che si terrà oggi alla cancelleria di Berlino dove la Merkel cercherà di coinvolgere i due campioni europei del networking in nome di un’indipendenza tecnologica della Ue, sempre più stretta nella tenaglia fra Trump e lo strapotere tecnologico di Huawei sul fronte degli apparati nella corsa al primato del 5G. La cancelliera presenterà lo sviluppo del 5G nell’area Ue facendo leva sul piano avanzato dai partiti conservatori che la sostengono della CDU e CSU tedeschi. Fra le altre cose, il piano dei due partiti tedeschi è che la Germania collabori con il resto del Vecchio Continente allo sviluppo delle nuove reti, difendendo le aziende Ue da possibili “acquisizioni ostili” provenienti dall’estero.
No ad acquisizioni ostili
il position paper di Cdu e Csu invita inoltre la Germania a promuovere una politica industriale europea più ampia per garantire che le proprie società possano costruire tutti gli elementi di reti 5G competitive e sicure a livello internazionale. In questo modo sono respinte “le acquisizioni straniere ostili”, e il riferimento è al recente appello del procuratore generale americano William Barr ad investire nelle apparecchiature della svedese Ericsson o della finlandese Nokia finlandese.
No alle interferenze Usa
E non sembra causale il riferimento a quanto dichiarato pubblicamente la scorsa settimana dal procuratore americano William Barr, che ventilava l’ingresso diretto degli Usa nel capitale delle due aziende o tramite un consorzio di aziende americane a investire nei due campioni scandinavi del networking in chiave anti-Huawei. Questo anche perché gli Usa dubitano della volontà dell’Unione Europea di favorire Nokia ed Ericsson nella competizione con Huawei sul 5G.
In questo senso, il Senato americano ha approvato una norma che prevede investimenti per un miliardo nelle reti di telecomunicazioni degli alleati occidentali, per contrastare appunto Huawei e ZTE accusati di godere dell’appoggio economico di Pechino.
Contrario alla proposta di Barr il Ceo di At&T
Contrario alla proposta del procuratore generale William Barr è il Ceo di At&T Randall Stephenson, secondo cui gli Usa farebbero meglio a investire nello sviluppo di software per contrastare lo strapotere cinese negli apparati di rete. Uno strapotere che mette gli Stati Uniti in una posizione di svantaggio competitivo, con il rifiuto di tecnologie cinesi che sono usate nelle reti di tutto il mondo.
Peraltro, uno scambio di vedute sul 5G fra la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen e il presidente americano Donald Trump è previsto in occasione del loro prossimo incontro.
Resta da capire in che modo la UE possa favorire la permanenza dell’azionariato di Nokia ed Ericsson in mani europee di fronte alle mire degli Usa, senza un forte impegno finanziario, che non potrà arrivare né dalla BCE né dalla BEI.