Non c’è pace per la gara da 100 milioni per il 5G a Roma appena pubblicizzata dal sindaco Gualtieri e aggiudicata da Boldyn Networks. Sono passati appena due giorni dalla conferenza stampa in Campidoglio per presentare il progetto, ma non si placano le rimostranze delle telco, irritate per non essere coinvolte nel progetto finito in esclusiva all’operatore canadese, vero outsider del 5G della Capitale.
Il Tar del Lazio ha accolto il 13 dicembre il suo ricorso contro il diniego all’accesso agli atti della gara “Roma5G” opposto da Roma Capitale. Roma Capitale che a sua volta aveva incassato un via libera del Tar, che però adesso si è pronunciato a favore di un operatore.
30 giorni di tempo per produrre la documentazione
Con questa sentenza il TAR del Lazio ordina che entro 30 giorni Roma Capitale consenta a Vodafone l’accesso agli atti di gara, tra cui la corrispondenza intercorsa tra Roma Capitale e il soggetto aggiudicatario, i verbali delle sedute di gara e la documentazione tecnica ed economica presentata dal RTI aggiudicatario.
Aggiudicazione a rischio?
Il TAR ha ritenuto che, nonostante Vodafone non abbia partecipato alla gara, sia comunque legittimata a visionare questi documenti avendo impugnato l’intera procedura di gara ed essendo ancora possibile portare avanti questa contestazione. Non solo, il TAR ha anche affermato che avendo partecipato alla gara un unico concorrente non può escludersi che l’eventuale annullamento dell’aggiudicazione a questo unico concorrente possa portare l’amministrazione capitolina a dover annullare l’intera procedura di gara in autotutela.
Il vero nodo è il project financing
“Fermo quanto precede, il Collegio ritiene che Roma Capitale non possa negare il diritto della ricorrente di accesso documentale ex art. 22 della legge n. 241 del 1990 alla documentazione di gara soltanto perché Vodafone non ha partecipato alla procedura di gara (dei cui atti chiede l’ostensione).Ciò in quanto la ricorrente ha comunque impugnato l’intera procedura di gara, contestando la decisione stessa dell’Amministrazione capitolina di ricorrere allo strumento del project financing, di talché non si può astrattamente escludere che l’ostensione della documentazione di gara sia utile alla coltivazione di detta
censura”.
Quindi, al centro del ricorso di Vodafone c’è lo strumento stesso che è stato scelto da Roma capitale per aggiudicare la gara, vale a dire il project financing.
La gara potrebbe essere annullata
La gara potrebbe essere annullata oppure lo stesso Campidoglio potrebbe decidere di annullarla, in regime di autotutela, si legge nella sentenza. “Va aggiunto, inoltre, che se per un verso è vero che la ricorrente non ha partecipato alla procedura di gara, per altro verso è anche vero, però, che alla gara ha partecipato un unico concorrente (id est il RTI BNI), sicché l’eventuale annullamento del provvedimento di aggiudicazione di tale gara (per vizi ipoteticamente ricavabili dall’esame della documentazione oggetto di ostensione) ben potrebbe spingere l’amministrazione ad un annullamento in autotutela dell’intera procedura competitiva e alla riedizione della stessa con modalità diverse. Ciò che conferma l’esistenza di un interesse concreto, diretto ed attuale della ricorrente all’ostensione della documentazione di gara”.
C’è da dire che anche lo scorso mese di marzo, quando emerse il progetto di Boldyn Networks, furono sollevate riserve sulla fattibilità tecnica del progetto, che non prevede la posa di antenne e tralicci (necessari soprattutto per le reti DAS indoor e outdoor delle stazioni) ma soltanto di small cells e WiFi.