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5 importanti previsioni sull’Intelligenza Artificiale per il 2019

L’interesse per le nuove opportunità derivanti dall’Intelligenza Artificiale non accenna a diminuire e anche nel 2019 terrà banco, in attesa di capire se l’utopia della macchina che sostituisce l’uomo in tutto e per tutto si realizzerà davvero e in che termini. Nel frattempo, cinque trend che possiamo aspettarci nell’anno che verrà secondo un’analisi di Bernard Marr, autore di best seller e consigliere strategico di governi e imprese, pubblicata su Forbes. (Articolo tratto dall’eBook gratuito di Key4biz ‘Tech Trend 2019’.)

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  1. L’AI sempre più materia di politica internazionale

Il 2018 è stato l’anno in cui le maggiori potenze mondiali, Usa e Cina, hanno alzato muri sempre più alti per difendere i loro interessi commerciali. E proprio Usa e Cina sono anche le superpotenze globali dell’AI.

Di fronte alle chiusure protezionistiche degli Usa sull’export di beni e servizi utilizzati per la creazione di nuove soluzioni AI, la Cina ha aumentato gli sforzi per diventare autosufficiente in materia di ricerca e sviluppo tecnologico.

Huawei ha annunciato piani per lo sviluppo di chip di produzione propria per l’AI, riducendo la necessità di ricorrere a tecnologie americane (Intel e Nvidia) per sostenere la crescita dell’Intelligenza Artificiale nazionale.

Nel contempo, Google ha dovuto affrontare critiche pubbliche per la sua volontà di lavorare con le tech company cinesi (molte delle quali legate al Governo di Pechino) mentre nel contempo faceva un passo indietro in patria da accordi di collaborazione stipulati con agenzie governative americane per timore che le sue tecnologie potessero essere in qualche modo “militarizzate”.

Due i rischi potenziali in questo contesto, secondo Marr. Da un lato, che l’AI diventi una tecnologia progressivamente adottata da regimi autoritari per restringere libertà fondamentali come quella di espressione, la privacy e la libertà di parola. Dall’altro, il pericolo che queste tensioni di carattere geopolitico possano minare il legame di fiducia fra mondo dell’università e della ricerca e industria a livello globale. Alzare muri nazionali intorno allo sviluppo dell’AI rischia di rallentare lo sviluppo di standard comuni per regolare l’uso dell’AI ma anche dei dati, che potrebbero aumentare di molto l’utilità dell’Intelligenza Artificiale.

 

  1. Spostamento verso un “AI trasparente”

Superare il concetto della “scatola nera” che nasconde l’utilizzo che si fa dei nostri dati. Sarà questo uno dei principali obiettivi per il successo dell’AI, che ha bisogno di guadagnarsi la fiducia dell’opinione pubblica.

Un processo, quello della trasparenza dell’algoritmo, che sarebbe indubbiamente vantaggioso anche per le aziende, soprattutto dal punto di vista etico.

La strada giusta, secondo Marr, è quella indicata dal GDPR, che offre ai cittadini una certa protezione nei confronti di decisioni “con valenza legale e non solo” adottate in autonomia da macchine, che hanno un impatto sulle loro vite.

 

  1. AI e automazione sempre più presenti nel business

Nuovi progetti che coinvolgono l’AI sono in rampa di lancio a livello globale in diversi ambiti, da quello finanziario a quello commerciale. Enormi masse di dati vengono passate al setaccio da sistemi di Machine Learning per prevedere i nostri comportamenti di acquisto o processare migliaia di transazioni al secondo.

Quest’anno, quindi, la diffusione crescente di sistemi AI entrerà, ad esempio, nel settore delle risorse umane o nell’ottimizzazione delle supply chain, dove decisioni su logistica di prodotto e assunzione di personale saranno sempre più automatizzate.

Questioni legali e di compliance saranno sempre più appannaggio dell’algoritmo e la formula dell’AI as-a-service aprirà le porte dell’Intelligenza Artificiale anche alle imprese più piccole.

Nasceranno database sempre più ampi, la tendenza alla “googlificazione” del business si estenderà in diversi settori dove la raccolta dati è vista come fonte di business potenziale.

  1. Saranno più i lavori creati che quelli persi

Secondo stime di Gartner, a fine 2019 saranno di più i posti di lavoro creati dall’Intelligenza Artificiale di quelli che spariranno a causa sua. Secondo la società di analisi, a fronte di 1,8 milioni di posti persi sull’altare dell’automazione – le maggiori conseguenze si avranno nel manufacturing – saranno creati 2,3 milioni di nuovi posti.

Il settore finanziario potrebbe essere quello più duramente colpito, con il rischio di una perdita del 30% della forza lavoro secondo stime di Vikram Pandit ex Ceo di Citigroup. A pesare soprattutto l’automazione di gran parte delle mansioni di back office finanziario.

 

  1. Gli assistenti virtuali diventeranno davvero utili

La presenza dell’Intelligenza Artificiale nelle nostre vite è sempre più “normale” tanto che la gente non ci pensa due volte a fare una ricerca su Google, a fare acquisti su Amazon o a vedere un film su Netflix, pur sapendo che sistemi predittivi di AI sono tutto il tempo al lavoro per consentire queste transazioni.

Crescerà poi nel 2019 il ricorso ad assistenti virtuali, come Alexa di Amazon e il Google Assistant, che serviranno per gestire i nostri appuntamenti, programmare un viaggio o ordinare la pizza. Questi assistenti diventeranno sempre più intelligenti e capaci di prevedere i nostri comportamenti e le nostre abitudini. Le conversazioni che intratteniamo con gli assistenti virtuali di casa diventeranno sempre più fluide e naturali.

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