Più di 4 miliardi di nuovi internauti sbarcheranno online nei prossimi sei anni. Queste le previsioni dell’americana PHD Ventures, che per la precisione vede 4,2 miliardi di nuovi utenti della Rete in arrivo entro il 2022 fissando quindi per quella data lo sbarco, nei prossimi 4-7 anni, di tutta la popolazione globale (che per allora è stimata in 8 miliardi di persone) in Rete. La previsione arriva da Peter Diamandis, guru della Silicon Valley e fondatore della Singularity University.
Numeri che danno l’idea plastica della rivoluzione digitale in atto e che aprono una serie di interrogativi strutturali per il futuro del web. In primo luogo, i 4,2 miliardi di nuovi internauti neofiti della rete cosa cercheranno online? Cosa scopriranno e cosa consumeranno? Quali saranno le nuove aziende nasciture del futuro globale? Quali settori industriali saranno completamente rivoluzionati da questa massa di nuovi utenti digitali?
In primo luogo, la domanda riguarda la connettività e la capacità della rete di reggere a quest’onda d’urto di nuovi utenti in arrivo. I network esistenti saranno in grado di reggere? Di certo, già oggi stiamo assistendo ad un rapido progresso di accelerazione della capacità trasmissiva e della capacità di banda, che in estrema sintesi si sta concretizzando in tre modi sul fronte dei network.
- L’esordio del 5G nel mondo del wireless
- I palloni aerostatici per connettere tutti gli 8 miliardi di abitanti della terra dall’atmosfera
- Le reti spaziali
Connessioni 5G
Attese in fase commerciale nel 2020, le reti 5G promettono velocità di connessione fino a 100 volte superiori a quelle 4G e in media 10 volte superiori alle connessioni a banda larga fissa.
Film scaricabili in pochi secondi e auto in grado di comunicare in real time con sensori disseminati ovunque nelle smart city saranno presto di attualità.
Con una velocità compresa fra 1 e 10 Gbps, il 5G è il cuore dell’economia di domani, con miliardi di sensori disseminati ovunque. Dalle auto a guida autonoma alle smart factories, realtà virtuale e realtà aumentata, IoT domestico, smart city faranno esplodere il numero di sensori incorporati negli oggetti che circondano.
Per dare un’idea, in un singolo palazzo potranno esserci circa 100mila sensori secondo previsioni di dell’ex Cto di Qualcomm Matt Grob, tanto che secondo alcune stime la spesa globale in infrastrutture 5G raggiungerà quota 326 miliardi di dollari nel 2025.
E mentre operatori e produttori di infrastrutture stanno lavorando alle nuove reti di connessione sulla terra, altri come Google stanno testando palloni aerostatici per consentire di connettere intere porzioni del globo dalla stratosfera e altri stanno mandando in orbita costellazioni di satelliti per la trasmissione Internet come ad esempio sta facendo SpaceX.
Palloni aerostatici per coprire la terra
Con un raggio di copertura compreso fra 20 e 50 chilometri, palloni aerostatici e droni sono un altro strumento utilizzato dall’alto per garantire la connessione dei 4 miliardi di nuovi internauti che attendono di connettersi nei prossimi anni.
Google Loon sta realizzando i palloni aerostatici in grado di muoversi su e giù nella stratosfera per fornire capacità di connessione 4G Lte dall’alto. Il progetto Loon è essenzialmente disegnato per sfruttare l’energia solare e muovere in base a modelli predittivi i palloni dove è necessaria la copertura seguendo tra le altre cose il flusso del vento. Un nuovo pallone può essere dirottato nell’area richiesta nel giro di 30 minuti. Ad agosto 2017 Google ha mostrato una capacità di trasmissione fra diversi palloni posti a una distanza di 100 chilometri l’uno dall’altro, con una velocità di 10 Mbps di trasmissione diretta verso smartphone Lte sulla terra.
Dopo aver fornito connettività a più di 100mila portoricani colpiti dall’uragano Maria nel 2017, Loon ha lo scopo di mandare nella stratosfera migliaia di palloni per fornire connettività ovunque sulla terra, soprattutto nelle aree in digital divide. Ma Google non è sola in questa battaglia per la connettività universale. Altre aziende come OneWeb e SpaceX stanno mettendo in cantiere migliaia di satelliti per raggiungere lo stesso obiettivo, con una rete di migliaia di satelliti che trasmettono a banda larga ovunque, fino ai più recessi angoli della terra.
Le reti spaziali via satellite
L’obiettivo di OneWeb e SpaceX è di realizzare la loro rete satellitare a banda larga entro il 2020. Costellazioni in orbita nella parte bassa dell’atmosfera, realizzate con i ricchi fondi di Qualcomm, Richard Branson e SoftBank fra gli altri, OneWeb sta lavroando ad una flotta di circa 1.980 satelliti operativa nei piani a metà 2020 con una velocità media di trasmissione di 50 Mbps. La società ha ricevuto il disco verde della Fcc (Federal Communication Commission) americana per trasmettere il segnale ai cittadini americani con 720 satelliti per iniziare.
Ma è appunto soltanto l’inizio per OneWeb, che grazie ai razzi di Blue Orgini di Amazon intende lanciare i suoi satelliti direttamente nello spazio e ha già fatto domanda alla FCC per la seconda fase del suo business, che riguarda altri 1.260 satelliti a banda larga globali. L’obiettivo dell’azienda satellitare è raggiungere una copertura del 100% della terra entro il 2027.
SpaceX dal canto suo ha già lanciato in orbita diversi satelliti quest’anno, a bordo del suo Falcon 9.
Un altro player satellitare, SpaceX, ha un piano (si chiama SkyLink) per il lancio di 4.425 satelliti intorno alla terra per raggiungere velocità nell’ordine del gigabit. Secondo stime, SpaceX, che ha già ottenuto l’ok dalla Fcc, avrà 40 milioni di utenti a banda larga su Starlink entro il 2025, pari a 30 miliardi di dollari di ricavi.
Certo, il tallone d’Achille della trasmissione a banda larga satellitare è la latenza. Ci vuole più tempo per il segnale per raggiungere la terra rispetto alle tradizionali tecnologie di connessione terrestre.
Latenza che nel caso dei satelliti di OneWeb è pari a 30 millisecondi, il che rappresenta un grande progresso rispetto alla media. Latenza che diminuisce progressivamente più ci si avvicina alla superficie terrestre. E’ per questo che SpaceX, la cui prima costellazione di 4.425 satelliti si trova a circa 1.150 chilometri di distanza dalla Terra, sta pensando di avvicinare la sua nuova costellazione di crica 7.500 satelliti a circa 350-400 chilometri massino dalla terra.
Altri player satellitari fra gli altri sono O3b (Other 3 billions), in partnership con Boeing, che dispone già di una flotta di 16 satelliti a circa 8mila chilometri dalla Terra e vuole allargarsi.