La Commissione europea è pronta a bloccare la fusione tra 3Uk e O2. La decisione, che sembra ormai certa, è stata riferita da Dow Jones, che cita due fonti vicine al dossier. Secondo queste fonti, i 28 commissari Ue ratificheranno domani la decisione del commissario alla concorrenza Margrethe Vestager.
A nulla sono valse le concessioni messe a più riprese sul piatto da CK Hutchison, la casa madre di 3UK– che sta portando avanti un progetto di fusione anche in Italia, tra 3 Italia e Wind. Sebbene più volte sia stato ribadito che ogni caso viene vagliato in maniera indipendente, si fanno forti i timori di un pollice verso anche per l’operazione italiana: anche in questo caso, il numero di operatori passerebbe da 4 a 3 e il timore è quello che, venendo meno un player come 3, da sempre portatore di robusta concorrenza, i prezzi ai consumatori potrebbero tornare a crescere dopo anni di discesa.
È da dire che nel Regno Unito si sono schierate contro la fusione sia l’Ofcom (equivalente dell’Agcom) che la Competition and Markets Authority, ossia l’Antitrust. Entrambe le Autorità hanno chiesto a Bruxelles di fermare l’unione tra il secondo e il quarto operatore del mercato mobile – che avrebbe creato il maggiore player del settore con 34 milioni di clienti – per le ripercussioni negative che avrebbe sui prezzi e la scelta dei consumatori britannici.
Non che il Commissario Vestager abbia bisogno di pungoli in tal senso, visto che la sua intransigenza ha già portato al fallimento del progetto di fusione tra Telenor e Teliasonera in Danimarca. Sarebbe tuttavia la prima volta in cui apporrebbe un vero e proprio veto, dando così un segnale forte su qual è, ormai, la tendenza verso questo tipo di operazioni, cosiddette “four-to-three”.
Austria, Irlanda e Germania sono riuscite, negli anni scorsi, a riportare da 4 a 3 il numero di operatori con le fusioni, rispettivamente tra Orange Austria e 3 (2012), O2 e 3 Ireland (2013) e O2 ed ePlus (2013).
Sulla scia di queste operazioni, approvate dalla Ue ma solo a fronte di severe misure per preservare la concorrenza, anche su altri mercati – come appunto Italia e Regno unito – si è deciso di intraprendere la via del consolidamento del mercato mobile.
Una via che, se fossero confermate le indiscrezioni, pare essere ormai definitivamente bloccata.