Dopo un momento di incertezza, il Bonus cultura eredità del Governo Renzi-Gentiloni sembra riuscirà a trovare un posto di rilevanza anche nel Governo Conte. Se con l’arrivo di Alberto Bonisoli al Ministero dei Beni culturali si era ipotizzato un suo accantonamento, ecco che invece i 500 euro per i neo diciottenni non solo saranno confermati per i nati nel 2000, ma probabilmente anche per quelli nati nel 2001 e oltre.
È quanto affermato dallo stesso Ministro al Senato della Repubblica rispondendo ad un’interrogazione dei senatori del Partito Democratico Simona Flavia Malpezzi e Roberto Rampi.
“Rimangono le perplessità riguardo al bonus cultura. Non ha nulla di strutturale. Non prevede alcuna misura premiale, né tiene conto delle diverse situazioni economiche delle famiglie”, ha dichiarato Bonisoli.
“Per questo motivo è intendimento di questo Ministero predisporre un programma strutturale per la promozione del consumo culturale, che associ progetti di diffusione della cultura nelle scuole, con incentivi agli acquisti di prodotti e servizi, a partire dal 2020”.
E qui sta la novità vera: finalmente il Bonus diventa una misura strutturale, cioè permanente e migliorabile, non solamente destinato ai chi compie diciotto anni.
“Il Bonus cultura verrà rimodulato e corretto in modo da pianificare misure a lungo termine tali da stimolare la ricerca di cultura fra i giovani, non solo i diciottenni, ed evitare le distorsioni verificatesi nel passato”, ha precisato il Ministro.
I prossimi passi da compiere, ha spiegato Bonisoli, saranno presi “da un’apposita commissione di esperti che, partendo dall’analisi di come i fondi sono stati utilizzati e dopo aver recepito le esigenze di tutte le persone e io soggetti coinvolte, individuerà i correttivi indispensabili per assicurare al Bonus cultura un ruolo fondamentale nello sviluppo della cultura tra i giovani”.
Il Ministro nel suo intervento ha inoltre illustrato una serie di dati ufficiali relativi alla misura del Bonus e a come è stato speso, evidenziando anche degli sprechi.
“Nel primo anno di vita, il 2016, il Ministero ha trasferito alla Consap 165.000.000 di euro a fronte di copertura finanziaria che per ogni anno è di 290 milioni di euro. Il che vuol dire che in un anno non abbiamo utilizzato 125 milioni di euro e personalmente penso che questa sia una grave mancanza di utilizzo di risorse pubbliche. Per il 2017 sono già stati trasferiti 100 milioni di euro ma il dato è ancora parziale e nonostante questo mi aspetto che gran parte delle somme accantonate non saranno spese”.
In termini di spesa dei 500 euro del Bonus: “per il 2017, il 65,23%, cioè quasi i due terzi, è stato usato per acquistare libri, il 12,42% in musica registrata, il 10,45% in concerti, l’8,72% per cinema e quote molto più basse, tra lo 0,4 e il 2% per eventi culturali, formazione, teatro e danza e visite a musei, parchi naturali e aree archeologiche”.
Il Ministro ha infine ricordato che la possibilità di acquistare libri non era prevista originariamente nel disegno di legge “ma è stata permessa da un emendamento del M5S, primo firmatario l’attuale sottosegretario del ministero dei Beni culturali Gianluca Vacca, che prevedeva l’estensione dell’acquisto di libri che originariamente non era previsto. Senza l’emendamento del Movimento 5 Stelle due terzi del bonus cultura non sarebbe stato speso”.