Non ci sono più ostacoli per l’erogazione del bonus cultura a chi compie 18 anni nel 2017. Dalla prossima settimana i neomaggiorenni potranno iscriversi alla piattaforma 18App e iniziare a spendere i 500 euro, come previsto dalla Legge di Bilancio 2017. La notizia è stata comunicata sulla pagina Facebook ufficiale dell’iniziativa governativa:
“Good news!!! Manca poco all’attivazione di #18app per i nati 99. La prossima settimana potrete iniziare a registrarvi e ad usufruire del #bonuscultura 😉 PER LA DATA PRECISA STAY TUNED!!!”
Anche se manca ancora la data precisa, ma è davvero questione di ore, rispetto alle tante attese dagli aventi diritto che immediatamente hanno manifestato il loro entusiasmo nei commenti al post. “Era ora; finalmente; una gioia; evviva!”. C’è chi ha taggato l’amico o la sorella: “prendili così andiamo a scrocco al cinema” e chi, come Elisabetta fa, giustamente, notare che il bonus sarà erogabile ad anno scolastico avviato: “Peccato che i libri di scuola li abbiamo già comprati”.
Che dire: tempismo “perfetto”. Il bonus cultura destinato ai neomaggiorenni sarà attivato la prossima settimana, quando la scuola sarà già iniziata in tutta Italia. Ossia quando gli aventi diritto avranno già acquistato i libri scolastici, così i 500 euro potranno essere spesi in altro. Un modo per favorire Amazon&Co? Visto che il bonus cultura per i nati nel ’98 è stato speso principalmente sulla famosa piattaforma di eCommerce o per acquistare online biglietti per i concerti.
Il bonus di 500 euro per i nati nel 1999 è stato approvato dal Parlamento con la legge di Bilancio 2017 entrata in vigore il primo gennaio 2017. Come mai i tecnici del Ministero dei beni e delle attività culturali hanno messo a punto il decreto attuativo che sblocca di fatto l’erogazione solo 9 mesi dopo? E per di più dopo l’inizio dell’anno scolastico?
Ricordiamo che il bonus cultura è finanziato con i soldi pubblici e per l’edizione precedente (per i nati nel ’98) per i primi 8 mesi e mezzo sono stati spesi quasi 67 milioni di euro di tutto il budget dei fondi statali. In Francia, per esempio, l’idea del bonus cultura made in Italy piace al Governo, ma si sta lavorando per farlo finanziare dagli OTT, ossia da chi potenzialmente potrebbe incassare maggiormente il bonus. Come è accaduto anche in Italia, ma qui pagano tutti i cittadini.