Neutralità climatica, la transizione green inizia in città
Le nostre città ospitano il 75% della popolazione dell’Unione europea. A livello planetario, inoltre, i centri urbani di ogni dimensione consumano oltre il 65% dell’energia mondiale, causando oltre il 70% delle emissioni di CO2. Per questo motivo, è fondamentale che queste città fungano da ecosistemi di sperimentazione e innovazione, per dare vita ad un insieme di strumenti e best practice utili per raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050.
Spinta da tali considerazioni, la Commissione europea ha annunciato le 100 città dell’UE che avrebbero partecipato alla Mission 100 città (Climate Neutral and Smart Cities) che ha come obiettivo il raggiungimento della neutralità climatica delle aree urbane. Saranno proprio tali 100 città a fungere da ecosistemi di sperimentazione/innovazione, per dare vita ad un insieme di strumenti e best practice utili a realizzare la neutralità climatica entro il 2050. È stato il risultato di un lungo processo rappresentato schematicamente in Figura 1.
Non solo un passo in avanti concreto per la transizione energetica ed ecologica chiesta dalla Commissione e fatta propria da tutti gli Stati membri dell’Unione, ma qualcosa in più in termini di decarbonizzazione urbana, dove dei pionieri si prefiggono obiettivi ancora più sfidanti nel cammino verso un mondo più pulito, più sano e più a misura d’uomo.
Tutte le città d’Europa dovranno essere climaticamente neutre entro il 2050, ma alcune già nel 2030. E sono proprio le 100 smart cities definite dalla missione UE.
Nucci (Università di Bologna – Ensiel): “Combinare la neutralità climatica con il concetto di smart city”
“Neutralità climatica e transizione energetica sono due obiettivi strettamente legati tra loro, che richiedono competenze multidisciplinari, nonché cautela nei confronti di posizioni estreme in materia di energia, per poter essere realizzati ragionevolmente nei tempi più brevi possibili”, ci ha spiegato Carlo Alberto Nucci, Professore ordinario di Sistemi elettrici per l’energia presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Energia elettrica e dell’Informazione ‘Guglielmo Marconi’ dell’Università di Bologna – EnSiel, e Rappresentante Nazionale Mission EU Climate Neutral and Smart Cities.
“I consumi ancora elevati di combustibili fossili ed il loro uso, pur ridotto – ma purtroppo inevitabile – previsto ancora per i prossimi tre decenni devono essere accompagnati dall’efficientamento degli impianti esistenti e dall’utilizzo delle fonti fossili meno inquinanti. Per il raggiungimento della neutralità climatica, l’uso di fonti rinnovabili, solare ed eolico in particolare, senza dimenticare l’idroelettrico, diviene peraltro sempre più imperativo. L’elettrificazione graduale dei settori diventa quindi una strategia chiave per la realizzazione della transizione energetica – ha aggiunto Nucci – dato che la prima sede naturale in cui tali fonti vengono immesse e la rete elettrica. L’uso dell’idrogeno come vettore energetico e come sorgente di accumulo, e la ricerca sull’energia nucleare, sono altri elementi essenziali che concorrono alla implementazione di una auspicabile strategia di diversificazione delle fonti, indispensabile per sottrarsi dalla forte dipendenza da una fonte strategica. La diffusione capillare di ICT e la cosiddetta smart sector integration sono altre componenti fondamentali della transizione energetica. Le comunità energetiche rinnovabili di prosumer, promosse dalle direttive europee RED II e IEM del Clean Energy Package, potrebbero arrivare a produrre il 20% dell’energia consumata nelle città entro il 2030, sottolineando ulteriormente l’importanza del sistema elettrico e delle smart grid”.
In tale contesto, ha precisato il Professor Nucci, “l’Europa si impegna a sostenere cento città selezionate per raggiungere la neutralità climatica entro il 2030 attraverso la Mission Climate Neutral and Smart Cities. Tale impegno combina la neutralità climatica con il concetto di smart city, promuovendo l’innovazione e l’esempio per conseguire l’obiettivo della neutralità climatica delle altre città, fissato per il 2050. Per le cento città l’Europa prevede l’uso di strumenti finanziari, interventi normativi e un Climate City Contract, ai quali si auspica possano affiancarsi i fondi del piano nazionale di ripresa e resilienza grazie a un coordinamento nazionale. Se da un lato è evidente che non esiste una soluzione unica adatta per tutti i contesti/città per il raggiungimento della neutralità climatica, dall’altro la scelta delle politiche di investimento tecnologico e di regolamentazione richiede anche una valutazione multidisciplinare dei possibili impatti ambientali, sociali ed economici delle diverse opzioni, di tutt’altro che semplice effettuazione. La ‘sperimentazione’ che l’Europa ha pianificato per le 100 città, ed i risultati che ne dovrebbero conseguire, saranno pertanto particolarmente preziosi in tal senso, ed è ragionevole concludere che ogni contributo degli attori coinvolti si rivelerà molto utile al mission accomplishment”.
Città italiane selezionate
Le città italiane selezionate sono le seguenti: Bergamo, Bologna, Firenze, Milano, Padova, Parma, Prato, Roma e Torino.
Sul tema si è tenuto un incontro presso il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, per sancire, alla presenza del ministro Gilberto Pichetto Fratin, un’alleanza tra le amministrazioni pubbliche locali impegnate nella Missione e il Governo italiano.
Tra i temi affrontati nel confronto al Ministero, con i rappresentanti amministrativi delle nove realtà, si è sottolineata la centralità di alcuni di essi per il successo della transizione, tra cui: la razionalizzazione degli incentivi energetici, le semplificazioni, il rafforzamento delle reti, le azioni di adattamento.
I centri urbani italiani selezionati saranno a tutti gli effetti dei centri di sperimentazione e di innovazione su tutti i temi smart city, tra cui quelli ambientali ed energetici.
I primi smart city pilot
La piattaforma Net Zero Cities della Mission for Climate-Neutral and Smart Cities ha selezionato una prima rosa di 53 città, su oltre 100 candidature ricevute,invitandole al programma pilota volto atestare percorsi innovativi di transizione climatica.
Nel gruppo figurano tutti e nove i capoluoghi italiani inclusi tra i 112 centri urbani scelti per la Mission (a cui partecipano i 100 appartenenti ai 27 Stati UE e altri 12 di Paesi associati).
La seconda call for pilot
Oltre che risorse finanziarie iniziali per 360 milioni di euro (programma Orizzonte Europa), utilizzabili per avviare i percorsi di innovazione finalizzati alla neutralità climatica, l’iniziativa favorirà nei centri aderenti (ma anche a cascata su tutti gli altri Comuni attorno) la realizzazione di progetti per la mobilità pulita, per l’efficienza energetica, per l’urbanistica verde e la possibilità di dar vita ad azioni comuni di sinergia e cooperazione.
In totale, secondo fonti della Commissione, ben 377 città hanno chiesto di partecipare alla Missione. Le 100 selezionate rappresentano il 12 % della popolazione dell’UE.
Anche qui, l’obiettivo è multiplo, perché ogni città selezionata sarà capofila di un cluster metropolitano più ampio, dove ricadono altri centri, che così potranno seguire il percorso smart city della città guida, apprendere tecniche ed esperienze, competenze e pratiche, così da ampliare il percorso di decarbonizzazione, facendoci ricadere più Comuni e supportando (anche economicamente) il loro sforzo smart & green.
Fino al 30 giugno è possibile partecipare al secondo bando “Twin Cities” della piattaforma Net Zero Cities.
Si tratta di un programma pilota di gemellaggio di 20 mesi per la condivisione delle conoscenze e il trasferimento di buone pratiche tra città. Il gemellaggio avviene tra le Città Gemelle “Twin Cities”, che verranno selezionate attraverso il bando e Città Pilota “Pilot Cities” parte del Programma Net Zero Cities, già selezionate nel mese di marzo 2023.
Il programma di apprendimento coprirà tre moduli facilitati per guidare la conversazione verso l’impatto: iniziare, co-creare e capitalizzare. Al suo termine, il percorso condiviso si tradurrà in un Piano di replica per ciascuna città gemellata, che potranno implementare nel proprio contesto locale.
I contratti cittadini per il clima
L’obiettivo centrale delle città candidate è ora (v. timeline di Fig. 1) il perfezionamento del cosiddetto Climate City Contract (CCC). La finalità di questo strumento, che non ha valore legale, è comunque fissare nel tempo un impegno politico chiaro, trasparente e ben strutturato, nei confronti della Commissione e delle autorità nazionali/regionali, cittadini compresi.
Tali CCC comprenderanno un piano globale per la neutralità climatica in tutti i settori, per esempio l’energia, l’edilizia, la gestione dei rifiuti nei trasporti, completo di piani di investimento. Il processo coinvolgerà i cittadini, gli organismi di ricerca e il settore privato.
Il CCC è attualmente l’obiettivo centrale delle città candidate. La fase inziale della mission riguarda proprio lo sviluppo di questi “contratti”, che saranno firmati dai sindaci stessi e da rappresentanti della Commissione.
Chi terrà fede al contratto e lo completerà in tutte le sue parti riceverà la “Mission Label”, un ulteriore strumento a disposizione dei Comuni per accedere a fondi dell’Unione dedicati sempre alla transizione energetica ed ecologica.
Alle città sarà fornita la necessaria assistenza tecnica, normativa e finanziaria tramite la “Mission Platform” (attualmente gestita dal progetto NetZeroCities). In totale, Horizon Europe investirà circa 360 milioni di euro in azioni di ricerca e innovazione legate alla Missione (ad esempio in mobilità, energia, pianificazione urbana) nel periodo 2021-23.
Un’occasione unica per rendere più verdi e decarbonizzare le smart city europee. L’effetto Covid
La Missione è quindi un punto di partenza unico nel suo genere per la trasformazione green delle nostre città, ma non solo, anche in chiave smart city. Un paradigma che ancora deve integrare soluzioni avanzate per la decarbonizzazione, la sostenibilità ambientale, il verde come infrastruttura, il taglio delle emissioni di gas serra e climalteranti, a partire dall’ampia disponibilità di tecnologico green oriented di questi ultimi anni.
La pandemia da Covid-19 ha portato a cambiamenti che hanno reso ancora più pressante la necessità di rendere “smart” le nostre città. Neutralità climatica significa infatti discutere di piani energetici, mobilità, emissioni, trasporti, efficientamento energetico della edilizia pubblica e privata, la necessità di gestire sistemi di sistemi.
L’emergenza sanitaria ha in generale riacceso l’interesse nella trasformazione delle città e delle comunità verso una maggiore resilienza, una maggiore capacità, quindi, di adattarsi tanto ad emergenze sanitarie quanto a quelle relative ai cambiamenti climatici o ad altri eventi che possono comportare modifiche sostanziali della qualità della vita.
Connessioni con il nostro PNRR
A livello nazionale, per le città italiane selezionate, sono forti le connessioni con il Piano di ripresa e resilienza (PNRR), soprattutto per la digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA (Missione M1C1); economia circolare ed agricoltura sostenibile (Missione M2C1); energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile (Missione M2C2); efficienza energetica e riqualificazione edifici (Missione M2C3); tutela del territorio e della risorsa idrica (Missione M2C4).
In particolare, si accende un faro sulla Missione M2C2, dove ci sono significative risorse per l’incremento delle fonti energetiche rinnovabili nelle Comunità energetiche per l’autoconsumo, con circa 2,2 miliardi di euro; la produzione, distribuzione e consumo finale di idrogeno, a cui andranno circa 3,2 miliardi di euro; e i trasporti pubblici locali green, che vedranno risorse per 8,5 miliardi di euro.
Altro faro, infine, è stato acceso sugli interventi di riqualificazione energetica degli edifici, che tra efficienza energetica di edilizia pubblica, privata e sistemi di teleriscaldamento vede un finanziamento complessivo di 15,3 miliardi di euro.