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100 anni del Partito comunista cinese nel nome dell’autonomia tecnologica. Il piano di crescita fino al 2035

La Cina è stato il primo Paese al mondo ad aver contrastato l’epidemia di Covid-19 e il primo ad uscirne.

A quanto si apprende dagli organi di informazioni locali, ad oggi, nel grande Paese asiatico non ci sono focolai di Coronavirus particolarmente minacciosi e in ogni caso sono sotto controllo.

L’uscita dalla pandemia e il nuovo protagonismo della Cina

Secondo dati ufficiali dell’Ufficio Nazionale di Statistica di Pechino, nel 2020 la Cina ha registrato una crescita del prodotto interno lordo (Pil) del +2,3%, con un +6,5% relativo all’ultimo trimestre.

Sostanzialmente, la produzione e i consumi interni sono tornati sui livelli pre-pandemia.

Se il resto del mondo e le principali potenze economiche concorrenti stanno ancora facendo i conti con una situazione sanitaria critica, con ancora intere regioni in lockdown, Pechino ha ora l’opportunità di guardare avanti e tornare a pianificare crescita e sviluppo.

A marzo c’è l’evento chiamato delle “due sessioni”, in cui sarà annunciato il nuovo piano economico quinquennale (in realtà relativo a 15 anni), che, secondo anticipazioni di stampa riportate su affariitaliani.it, dovrebbe essere orientato all’autonomia tecnologica, alla crescita del mercato interno, alla sostenibilità ambientale e all’innovazione high-tech.

A luglio, invece, Pechino celebrerà i 100 anni dalla fondazione del Partito comunista cinese (Pcc).

Xi Jinping e l’autonomia nazionale, tecnologica ed economica

Entrambi i due eventi in programma saranno dominati dalla politica di indirizzo di Xi Jinping, attuale Segretario del Partito e guida del Paese, secondo cui, vista la precaria situazione internazionale, è fondamentale che la Cina sappia muoversi con rapidità ed efficacia.

Da una parte si deve cercare di ammorbidire i rapporti con Washington (cosa non facile, neanche in queste prime settimane della nuova amministrazione Biden), dall’altra si deve portare avanti una politica interna basata sull’innovazione tecnologica, il digitale, la crescita dei consumi (di cui l’ecommerce sta diventando una colonna portante).

La Cina deve diventare un Paese ad alto reddito entro il 2025, con l’obiettivo di raddoppiare la sua economia nazionale entro il 2035”, aveva già annunciato Xi Jinping in occasione della sessione planaria del 19° Comitato del Pcc, secondo l’agenzia Xinhua.

Gli obiettivi principali però restano due: autonomia e indipendenza tecnologica (semiconduttori, materie prime e rare; intelligenza artificiale, 5G e reti di nuova generazione, spazio); neutralità climatica entro il 2060.

Entrambi servono al raggiungimento dei livelli di crescita immaginati dal Partito per i prossimi 15 anni.

Il piano per la Cina 2035

Entro il 2035, infatti, Pechino vuole potenziare il mercato interno, che è visto come pilastro della crescita futura (mettendola al riparo anche dalle turbolenze internazionali), migliorare la redistribuzione di ricchezza tra le fasce della popolazione, accelerare sulle tecnologie chiave e promuovere innovazione, ricerca e sviluppo.

Saranno inoltre annunciate nuove misure volte al rafforzamento dei diritti di proprietà intellettuale, al potenziamento delle catene di approvvigionamento a livello industriale, all’ammodernamento del sistema logistico, all’internazionalizzazione delle aziende e all’integrazione crescente tra ambiente urbano e rurale.

Entro la fine del 2021 la Cina registrerà un tasso di crescita superiore al +8%, mentre entro il 2028 è atteso il sorpasso dell’economia cinese su quella americana.

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