Quando si parla di braccialetti elettronici, è naturale che il pensiero vada subito alla detenzione domiciliare. Per questo motivo, ogni qual volta si nominano i braccialetti sviluppati per contrastare la pandemia, le persone provano emozioni negative.
Wristband: cosa sono
Questo è indubbiamente un grosso problema, dato che con essi non hanno nulla a che fare. Dando questo messaggio negativo si rischia di limitare l’adozione di questi dispositivi “salvavita”, alleati preziosi in questa fase.
Con i luoghi di lavoro e d’incontro aperti, mentre ancora il virus circola, ogni supporto nella lotta al contagio può fare la differenza.
Per questo motivo sarebbe più corretto chiamarli semplicemente wearables, o wristband (il termine specifico inglese).
In questo nostro articolo analizzeremo i vantaggi e i rischi nell’adozione di un wristband come dispositivo di protezione, come funziona e come dovrebbe essere sviluppato per garantire performance e sicurezza.
In primis, vediamo cosa sono.
I wristband sono dei dispositivi indossabili che avvisano l’utente se questo si avvicina troppo a un’altra persona. Entrambi i soggetti devono ovviamente indossare il device perché il sistema funzioni.
Per questo è consigliabile adottare il sistema in luoghi “controllabili”, come aziende, stabilimenti balneari, biblioteche e così via: il wristband sarà di conseguenza fornito a ogni singola persona che vorrà entrarci.
Come funzionano?
I vari dispositivi, per poter dare l’allarme, si devono “parlare”; perché ciò avvenga, di solito viene utilizzato un sistema Bluetooth a bassa potenza, come quello adottato dall’app Immuni. Questo permette di avere misurazioni precise e un basso consumo energetico.
La posizione del dispositivo nello spazio non viene memorizzata, tant’è che nessuno dei provider sul mercato utilizza il GPS.
È necessario sottolineare che alcuni wristband hanno bisogno di un’app nativa per funzionare. Questi memorizzano i dati dei contatti avvenuti tra i vari utenti.
Altri invece non hanno bisogno di nessuna piattaforma a supporto, anche perché non salvano tali informazioni.
Perché questa differenza?
La differenza sta nell’utilizzo che ne viene fatto. Alcuni sistemi memorizzano i contatti che gli utenti hanno fra loro. Tale soluzione è specifica per situazioni più “istituzionali”; se per esempio in azienda si scopre che un dipendente è positivo al Covid-19, il sistema potrà mandare una notifica ai suoi contatti più frequenti, invitandoli a fare attenzione e a contattare un medico. In definitiva è, nel piccolo, ciò che fa anche Immuni.
Questo sistema, invece, difficilmente potrebbe trovare applicazioni in ambienti più informali, come stabilimenti balneari o bar e ristoranti. Infatti, in questo caso l’utente non accetterebbe di condividere i propri dati con il gestore. Anche l’utilità stessa di questa funzione sarebbe limitata, dato che i contatti sarebbero molto limitati nel tempo e nello spazio. Per questo motivo il wristband, in tali situazioni, lavorerebbe solo come deterrente per evitare i comportamenti scorretti degli avventori.
Gli strumenti sul mercato
Quindi al momento esistono strumenti che lavorano in maniera diversa, specificamente pensati per venire incontro alle necessità di grandi aziende o piccole attività.
Noi di Neosperience, in particolare per mano dei nostri colleghi di Somos, abbiamo sviluppato un wristband Bluetooth che lavora in entrambi i casi; infatti il suo funzionamento può essere personalizzato in base alle necessità.
Se viene impiegato in azienda, metterà a disposizione del management una piattaforma backend dove poter controllare le informazioni raccolte (ovviamente anonimizzate).
Se invece dovesse essere adottato da una piccola realtà, come un ristorante, questa funzione sarebbe oscurata, e funzionerebbe solo come allarme di prossimità.
DISBAND, questo è il nome del nostro dispositivo, permetterà a chiunque, in economicità, di fornire un’ulteriore protezione ai i propri dipendenti o visitatori.