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WhatsApp e lavoro, come usare l’app in maniera professionale

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Oramai tutti hanno capito come WhatsApp sia diventato uno strumento di lavoro a tutti gli effetti, della stessa importanza forse della posta elettronica.

Vorticidigitali è una rubrica settimanale a cura di @andrea_boscaro promossa da Key4biz e www.thevortex.it. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

Confrontandomi ogni giorno con tante aziende e tanti professionisti e osservando la mia stessa lavorativa, ho realizzato quanto WhatsApp sia diventato uno strumento di lavoro a tutti gli effetti, della stessa importanza forse della posta elettronica.

Pur usato ben aldilà dei confini della organizzazione per la quale di lavoro, spesso Whatsapp manca però di una netiquette ed ecco perché condividono qualche pensiero:

  • rendete evidente la vostra immagine di profilo e firmate sempre i vostri primi messaggi: non tutti avranno già memorizzato il vostro numero;
  • WhatsApp non è una mail per cui evitare di mandare allegati che debbono essere gestiti in altra forma: in particolare se dovete inviare immagini ad alta risoluzione, usate la posta elettronica;
  • WhatsApp non è una chat: non spezzate i messaggi così da evitare un profluvio di fastidiose notifiche ai destinatari;
  • WhatsApp non è un telefono: i messaggi vocali sono comodi per chi li spedisce, non sempre gestibili per chi lo riceve che, se impegnato o senza auricolari, non potrà ascoltarli;
  • usate i Gruppi quando servono, quando la conversazione o l’informazione davvero debbono essere di carattere collettive.

Se volete la mia opinione, non usate per primi WhatsApp con i clienti, ma ovviamente siate pronti ad adottarlo se loro sono i primi farlo, ma appunto – soprattutto in questo caso – fatene un uso professionale e non superficiale perché mai come oggi il modo con cui usiamo i mezzi di comunicazione influenza la nostra immagine esterna.

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