Vivendi ha scelto di non esercitare il diritto di recesso, ma di adire le vie legali contro Mediaset sulla creazione della holding olandese MFE (Media For Europe) che unisce le attività spagnole e italiane del gruppo in vista della creazione di un player paneuropeo che riunisca le principali tivù in chiaro e sfidare così Netflix & co.
Rinuncia al recesso
Lo rende noto la Reuters, che cita due fonti vicine alla vicenda. Sabato a mezzanotte è scaduto il termine per esercitare il diritto di recesso di Vivendi sulla propria quota di Mediaset. E i francesi non hanno voluto chiarire la propria scelta. Tuttavia, le fonti interpellate da Reuters rivelano un piano per ampliare il fronte legale. Presentando esposti contro Mediaset anche in Spagna e nei Paesi Bassi. Che dimostra come Vivendi, che detiene direttamente il 9,8% di Mediaset mentre il restante 19% in suo possesso è in mano a Simon Fiduciaria da due anni (per decisione dell’Agcom, che fissò l’aut aut ai francesi sulle quote superiori al 10% in Tim e Mediaset) abbia scelto di non vendere la partecipazione e abbia, invece, optato per una battaglia giudiziaria.
Mediaset e Vivendi sono in guerra ormai da tre anni, da quando nel luglio del 2016 il gruppo francese con un dietrofront improvviso ha rinunciato all’acquisizione di Premium provocando le ire di Fininvest che ora diverso titolo chiede un risarcimento complessivo per 3 miliardi al gruppo francese.
Peraltro, Fininvest ha incassato nei giorni scorsi l’appoggio del fondo Peninsula, che si è impegnato ad investire le somme necessarie per il riacquisto delle quote di Vivendi in caso di cessione.
Nel dettaglio, Peninsula acquisterà fino a 355 milioni di azioni MFE derivanti da un eventuale esercizio del diritto di recesso da parte di soci di Mediaset detentori di una partecipazione non inferiore al 5% del capitale e dal recesso di soci Mediaset España fino ad un massimo di 17,8 milioni di azioni MFE.
MFE non piace più a Bollorè
Il quotidiano francese Le Telegramme racconta oggi che l’ultimo episodio della guerra triennale fra Bollorè e Berlusconi si chiama MFE (Media For Europe), l’idea del grande polo europeo dei media immaginato un tempo dai due imprenditori che oggi viene portato avanti in autonomia dal Cavaliere per contrastare in futuro lo strapotere di Netflix, Amazon, Youtube and Co.
MFE, secondo alcuni analisti, sarebbe una bella mossa di Berlusconi per attrarre al suo tavolo anche altre grandi emittenti europee in chiaro, e di giocare un ruolo di primo piano in seno alla European Media Allince, che fra gli altri comprende anche la tedesca ProsiebenSat1, che da poco ha ceduto il 9,6% delle sue quote a maggio, lo scorso mese di maggio.
Uno smacco per Vivendi, che tramite Canal+ accarezza un sogno simile a quello del Biscione che per ora si è mosso in anticipo.
Secondo altri analisti, invece, ripresi da Business Insider, l’operazione MFE è soltanto un grande bluff per consentire a Fininvest, la holding della famiglia Berlusconi di blindare la maggioranza di Mediaset, di cui detiene il 44,2%. Con una quota del 35,5% di MFE, il gruppo Fininvest arriverebbe infatti a detenere il 50% dei diritti di voto in assemblea, secondo il quotidiano francese. Ma a quanto pare l’imprenditore bretone non vuole rinunciare a mettere in bastoni fra le ruote al Cavaliere.