Rubrica settimanale SosTech, frutto della collaborazione tra Key4biz e SosTariffe. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.
Quando la situazione è difficile, ci si consola come può: anche ora, con app, meme e video divertenti di ogni tipo aiutano a distrarsi un po’ dalla pandemia, e una consistente maggioranza di questi ha come bersaglio le videoconferenze, rese obbligatorie dallo smart working e dalla didattica a distanza.
App e pandemia, come sta andando?
Tra telecamere e microfoni che dovrebbero essere bloccati ma non lo sono mai, inquadrature con sfondi poco edificanti e outfit un po’ troppo casalinghi per una riunione di lavoro, gli italiani stanno prendendo la mano con le piattaforme più diffuse – come Microsoft Teams, Zoom, Hangouts Meet o il più banale Skype – e l’augurio è che anche quando l’allarme coronavirus terminerà, sapremo fare tesoro di questo nuovo modo di interagire, in molte parti del mondo assai più usato che da noi.
Del resto, se è vero che almeno fino all’introduzione del vaccino – e ci vorranno ancora parecchi mesi, se non anni – dei nuovi periodi di quarantena, specialmente d’inverno, diverranno obbligatori, bisognerà fare di necessità virtù, anche in questo senso. Una funzione, quella della videochiamata, che non è solo lavorativa o scolastica ma anche sociale, considerando che per molti, costretti in casa dall’isolamento scelto o imposto, si tratta dell’unica possibilità di vedere volti amici.
Gli italiani e le videoconferenze
Di sicuro, in un momento in cui l’economia fa registrare dei segni “meno” da incubo, tra i pochi a sorridere ci sono proprio loro, le aziende e le società che ci consentono di parlare con persone lontanissime standocene comodamente seduti davanti al computer o sul divano, con il tablet o il telefonino tra le mani. La domanda è tale che su Amazon le webcam sono ormai introvabili, proprio come le mascherine protettive, i guanti di gomma e i disinfettanti, mentre la nostra nuova quotidianità deve quindi fare i conti con riunioni tentate volta per volta con piattaforme software diverse, alla ricerca di quella che possa fare al caso nostro, tra ostacoli come le conversazioni limitate soltanto a una certa quantità di tempo o gli abbonamenti obbligatori.
Secondo App Annie, il download delle applicazioni dedicate al business per iOS e Android nel periodo tra il 14 e il 21 marzo è aumentato del 45% rispetto alla settimana precedente, toccando i 62 milioni: quasi il doppio (+90%) della settimana media del 2019.
Le app più usate
Per venire incontro alle esigenze contemporanee di centinaia di milioni di persone, ritrovatesi senza alcuna formazione a dover gestire app di telepresenza, i produttori hanno provato a offrire soluzioni particolarmente convenienti per le categorie messe più a dura prova. Google ha reso gratuite le funzioni di Hangouts Meet, mentre Zoom (di cui proprio in questi giorni sono state rilevate importanti vulnerabilità agli attacchi informatici) offre gratuitamente l’uso del suo programma agli studenti più giovani e Microsoft offre 6 mesi di abbonamento gratuito a Microsoft Teams.
Ecco perché per molti è il momento buon per un nuovo abbonamento alla fibra ottica, visto che l’ADSL, soprattutto in un simile momento di congestione, sta mostrando tutti i suoi limiti nella trasmissione di video senza scatti e con un audio accettabile (su SOSTariffe.it, come sempre, si possono trovare tutti i dati relativi alle varie proposte degli operatori italiani, in modo da scegliere quella più veloce e con lag minore nella propria zona di residenza).
Il boom di Houseparty
Ma non c’è solo il lavoro: in mancanza di aperitivi all’aperto con l’ora legale, anche gli amici possono darsi appuntamento a una certa ora e, magari, bersi uno spritz o una birra e mangiare qualche nocciolina “in compagnia” davanti al monitor. A testimoniare il successo delle applicazioni di videoconferenza tra i più giovani è Houseparty, i cui download sono letteralmente schizzati verso l’alto in Italia e in Spagna, non a caso le due nazioni più colpite in Europa dal coronavirus.
Per capirci, da noi Houseparty è stato scaricato 423 volte in più (!) in queste settimane rispetto alla settimana media dell’anno scorso, in Spagna la crescita è stata addirittura di 2360 volte tanto.
Sempre in Italia, ottimi risultati anche per Hangouts Meet (140 volte), seguita da Zoom (55 volte) e infine da Microsoft Teams (30 volte).
Gli altri: giochi, social media, streaming video e lo sharing
App Annie ha mostrato inoltre l’aumento del tempo passato con un dispositivo mobile tra le mani degli italiani: +11% rispetto al 2019, il secondo aumento più consistente dopo quello cinese (+30%) ma prima di Corea del Sud, Giappone, Francia, Spagna. Ora ogni utente medio dedica circa un quarto d’ora in più ogni giorno a smartphone e tablet rispetto a prima. Non si tratta soltanto di app legate alla didattica e al business, com’è ovvio: anche i giochi online hanno fatto registrare un (ennesimo) balzo in avanti, con un aumento dell’80% dei download di videogame per smartphone e tablet rispetto al 2019.
Tik Tok
E la quarantena ha reso ancora più popolare, non solo tra i giovanissimi, TikTok, vista la sua naturale vocazione ai brevi video a tema casalingo anche quando non ci sono epidemie in corso. La settimana del 1° marzo è stata in assoluto la migliore per il social media in Cina, con più di 3 miliardi di ore complessive (+130% rispetto alla settimana media del 2019), sia per il maggior numero di utenti che per l’aumento di tempo per ogni utente.
Video streaming
Molto bene anche il video streaming, e in effetti anche i nuovi lanci come quello di Disney+ hanno sicuramente beneficiato della quarantena, in particolare per il gran numero di bambini e ragazzi costretti in casa anche durante la bella stagione.
Va malissimo invece l’economia dello sharing, che basandosi sulla condivisione (fisica) tra più persone di un servizio – è il caso di Uber e BlaBlaCar, ma anche app locali come il coreano KakoTaxi e il nipponico JapanTaxi – ha subito un vero tracollo.
I mezzi di trasporto, nelle città semivuote, sono utilizzati soprattutto dai rider impegnati nella consegna a domicilio di un po’ di tutto, da ciò che Amazon considera “di prima necessità”, e quindi privilegiato come spedizione, fino alla spesa, anche se le app dedicate all’acquisto online dai supermercati stanno ancora facendo molta fatica e gestire il boom di richieste.