Provvedimento

Ue blocca export di prodotti di cybersorveglianza a regimi totalitari

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L’Ue ha varato un pacchetto di norme che riguardano il blocco dell’export di prodotti di cybersorveglianza verso regimi repressivi in paesi totalitari extra europei.

L’Unione Europea ha varato un pacchetto di norme che riguardano il blocco dell’export di prodotti di cybersorveglianza verso regimi repressivi in paesi totalitari extra europei.

Lo scrive Euractiv, precisando che Parlamento e Consiglio Ue hanno trovato un accordo dopo quattro anni di negoziati, anche se la decisione finale sul blocco delle esportazioni di tecnologie di cybersorveglianza, come ad esempio quelle di riconoscimento facciale, spetterà agli stati membri.

Lunedì, i negoziatori del Parlamento e del Consiglio hanno convenuto che i beni di sorveglianza informatica che consentono la “sorveglianza segreta delle persone fisiche mediante il monitoraggio, l’estrazione, la raccolta o l’analisi dei dati, compresi i dati biometrici” dovrebbero rientrare nelle nuove restrizioni all’esportazione.

La Germania cambia idea

L’accordo chiude un negoziato di quattro anni su termini delle restrizioni all’export per i prodotti di cybersorveglianza, apparentemente prolungato per le resistenze tedesche che rappresenta circa il 50%-60% dell’export europeodi cosiddetti dispositivi duali.

La posizone della Germania si sarebbe ammorbidita dopo la conclusione del cosiddetto scandalo FiniFisher. Nel 2018 è emerso che la società tedesca FiniFisher avrebbe venduto prodotti al governo turco senza permesso. Prodotti che sarebbero serviti a sorvegliare i membri dell’opposizione nel 2017, nascosti all’interno dei loro smartphone.

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