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‘Tra capitelli e microchip’ il nuovo bando della Regione Lazio. Alla Camera l’evento ‘Gli ultimi saranno’

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Presentato oggi un nuovo bando della Regione Lazio per il Distretto delle Tecnologie Culturali, mentre ieri alla Camera il progetto “I primi saranno”, iniziative musicali nelle carceri: è necessario “fare sistema”, con censimenti, mappature, monitoraggi.

Questa mattina, in un’affollatissima sala della sede centrale di Lazio Innova spa, società in-house della Regione Lazio, è stato presentato dal Presidente Nicola Zingaretti e dal Ministro per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo Dario Franceschini, un nuovo bando per finanziare progetti di innovazione tecnologica per la valorizzazione e lo sviluppo dei beni culturali.

Ieri mattina, nella Sala dei Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati, è stata presentata l’iniziativa “Gli ultimi saranno”, laboratori musicali nelle carceri, promossa dal deputato Raffaele Bruno (M5S), alla quale hanno partecipato anche il Presidente della Camera Roberto Fico e la Ministro per l’Istruzione, la Ricerca e l’Università Lucia Azzolina.

Entrambe le iniziative sono assolutamente commendevoli e meritano adeguata attenzione.

Nella loro diversità strutturale e funzionale, va anche segnalato un trait d’union, ovvero la necessità di superare un deficit che – involontariamente – accomuna le due iniziative: “fare sistema”.

L’espressione “fare sistema” può apparire banale e vacua, ma è invece uno dei problemi principali del nostro Paese, che si caratterizza per un’enorme ricchezza di iniziative, e al contempo per una frammentazione estrema, che determina il rischio sempre latente di dispersione di risorse pubbliche, in un sistema informativo complessivamente poco trasparente.

Per “fare sistema” è indispensabile sviluppare sistemi di analisi, procedure di valutazione, processi di monitoraggio dell’esistente, per cercare di disseminare la conoscenza (coscienza) delle “buone pratiche”.

L’esigenza di “fare sistema” nel sistema dei beni culturali è stata evocata esplicitamente questa mattina da Nicola Zingaretti, parlando di una Regione che è forse la più ricca al mondo a livello di patrimonio artistico ed al contempo deve cercare di proiettare nel futuro questa ricchezza, utilizzando le tecnologie digitali per promuovere la fruizione culturale: “capitelli e microchip” è l’efficace slogan che è stato coniato.

Zingaretti: “con la cultura si può creare lavoro”

La Regione Lazio, da anni, dedica particolare attenzione al connubio tra “cultura” e “tecnologia”, ed ha promosso uno specifico Distretto Tecnologico per i Beni e le Attività Culturali del Lazio (Dtc Lazio), “centro di eccellenza” con partner istituzionali di livello (dal Mibact all’Università Sapienza di Roma), che rientra tra le iniziative sostenute da Lazio Innova, presieduta da Nicola Tasco.

Ha sostenuto Nicola Zingaretti: “nel Lazio, dimostriamo che con la cultura si può creare lavoro. Al Governo, chiediamo di preparare in fretta e lanciare un grande piano nazionale per il lavoro, chiamando i sindacati le imprese le università, l’associazionismo”.

Sono stati presentati i primi 49 progetti finanziati dalla Regione Lazio per valorizzare con la tecnologia 247 “luoghi della cultura” del Lazio, ed è stato annunciato il nuovo bando da 4,5 milioni di euro per iniziative di ricerca e alta formazione.

Si tratta del secondo bando realizzato nell’ambito del Dtc Lazio, che mette a disposizione oltre 23 milioni di euro per finanziare progetti di innovazione tecnologica per la valorizzazione e lo sviluppo dei beni culturali del Lazio. Nella prima fase del bando, finanziata con oltre 3 milioni e mezzo di euro, la Regione ha selezionato 49 progetti che coinvolgono appunto 247 “luoghi della cultura”: aree e parchi archeologici, complessi monumentali, ville, palazzi, abbazie, musei e gallerie, archivi e biblioteche… Si passa quindi alla parte esecutiva: i progetti presentati dovranno essere sviluppati per essere ammessi alla seconda fase, finalizzata alla completa realizzazione delle iniziative, con l’impiego da parte della Regione dei restanti 20 milioni di euro.

Franceschini: le potenzialità della nuova Direzione Generale Creatività

Il Ministro Dario Franceschini è parso in perfetta sintonia con Zingaretti, e riteniamo che ciò vada al di là della militanza di entrambi nel Partito Democratico: Franceschini ha ricordato la sua battaglia, da sempre, per “unire” il passato con il futuro (ovvero per far interagire le due dimensioni), per rilanciare il patrimonio culturale nella prospettiva tecnologica, per superare una visione passatista (classica) della cultura, “investendo nel contemporaneo”. Ha rivendicato la coerenza con questo approccio ideologico, segnalando come il nuovo regolamento del Mibact abbia creato una nuova “anima” del dicastero, ovvero la Direzione Generale Creatività che, per la prima volta in Italia, tratta anche di fotografia, moda e design, oltre che di industrie culturali e creative, rigenerazione urbana, periferie. La Direzione è affidata a Nicola Borrelli, che per un decennio ha retto la Direzione Generale Cinema del ministero.

Tra le iniziative presentate questa mattina, nell’economia del nuovo bando della Regione Lazio, anche una “anagrafe delle competenze, comunicazione, internazionalizzazione, gestione”: riteniamo che questa sia una delle iniziative più innovative, perché spesso l’intervento della “mano pubblica”, anche quando va nella direzione giusta, pecca di trasparenza informativa e valutazione di efficienza/efficacia.

Spesso, iniziative pur lodevoli non vengono sufficientemente promosse a livello informativo, non vengono adeguatamente valutate, e si verificano casi di duplicazioni, sovrapposizioni, frammentazioni…

L’esigenza di dataset accurati ed aggiornati, agevoli nella consultazione, di “anagrafi”, di “censimenti”, di “osservatori”, di “mappature”, di “monitoraggi”, è assolutamente fondamentale, sia per consentire alla comunità di comprendere “cosa” sta sostenendo esattamente lo Stato (Stato centrale o Regione o Comune che sia), sia per stimolare una maggiore autocoscienza da parte della stessa mano pubblica, nella implementazione (e finanche correzione) delle proprie “policy”.

L’espressione “valutazione di impatto” è ancora “rara avis”, in Italia, nelle politiche pubbliche, così come l’espressione “bilancio sociale”.

Il rischio di dispersione policentrica sempre in agguato

In Italia, il rischio di dispersione da eccesso di policentrismo è sempre in agguato.

Questo stesso rischio è emerso in occasione di una gran bella iniziativa, eterodossa ed eccentrica, tenutasi ieri presso la Camera dei Deputati, con la benedizione del Presidente Roberto Fico e con l’intervento della titolare del Miur Lucia Azzolina: il Parlamento ha ospitato un curioso convegno-spettacolo, intitolato “Gli ultimi saranno”, che ha dimostrato come la cultura e l’arte possano svolgere un ruolo fondamentale nella rigenerazione spirituale delle persone private della libertà.

Si è trattato di un curioso spettacolo di musica e teatro, che si è posto, nelle intenzioni del promotore, il deputato grillino Raffaele Bruno (curatore della kermesse; oltre che parlamentare, è anche scrittore, attore, regista), come un “rito di improvvisazione che abbatte distanze e pregiudizi”.

Di fronte ad una platea affollata da centinaia di persone, soprattutto giovani ed in buona parte facenti parte del circuito di detenzione minorili (molti anche gli agenti di polizia penitenziaria, discretamente presenti in sala), si sono esibiti artisti di alta qualità, che erano lì a rappresentar sé stessi giustappunto come “artisti”, e non come “detenuti” o persone con passato carcerario.

Abbiamo assistito a performance degne della prima serata di Rai1, abbiamo ascoltato testimonianze umane commoventi (in particolare di Lucia Di Mauro, vedova di un metronotte ucciso dieci anni fa, che ha avuto il coraggio di “adottare” il giovane criminale che ha ucciso il marito): una iniziativa di grande valore socio-culturale, oltre che spirituale-esistenziale.

Da lamentare il totale disinteresse da parte di Viale Mazzini, allorquando lo spettacolo messo in scena ieri alla Camera meritava veramente una bella trasmissione, su un canale generalista della Rai.

Si è trattato di una fase “pubblica” ed istituzionale di un progetto avviato nel dicembre 2018, che avuto una prima tappa nel carcere di Aversa, ed ha finora coinvolto 20 istituti di detenzione.

Il progetto di cultura musicale nelle carceri “Gli ultimi saranno” e la mozione Bruno

Tra gli artisti del progetto “Gli Ultimi saranno” ci sono Maurizio Capone (con il suo gruppo Capone & BungtBangt), Federica Palo, Luk (Enzo Colursi) e Blindur (Massimo De Vita). Impressionante, in particolare, la capacità di Capone di “fare musica” (e buona musica!) utilizzando oggetti riciclati: una sorta di metafora di come “gli ultimi” possano riacquisire dignità, contro quella “cultura dello scarto” combattuta in prima fila – tra gli altri – da Papa Francesco.

I loro spettacoli nascono dalla collaborazione con i laboratori teatrali e ricreativi presenti nelle strutture carcerarie.

Tutto molto bello, molto stimolante, molto coinvolgente, ma, anche in questo caso, a rischio di… dispersione e frammentazione.

Esistono infatti, nelle carceri italiane, moltissime iniziative in ambito culturale ed artistico, ma purtroppo non si dispone di un censimento accurato, di un monitoraggio continuativo, che consenta di identificare le “buone pratiche”, e le esperienze da emulare, che permetta di giustappunto di… “fare sistema” (vedi supra).

E peraltro, nel caso in ispecie, esiste anche un grave problema di deficit di budget: mancano le risorse, come hanno lamentato – in modo netto e chiaro – le direttrici di strutture carcerarie che sono intervenute alla kermesse alla Camera. Molte delle attività sono frutto della buona volontà dei direttori dei penitenziari e della passione di centinaia di volontari.

Premesso che esiste anche letteratura scientifica che dimostra come il coinvolgimento attivo dei detenuti (adulti e giovani) in attività culturali ed artistiche riduce significativamente il rischio di recidiva, dovrebbe essere interesse primario dello Stato fare in modo che chi entra in carcere non vi ci rientri: sarebbe sufficiente spendere poche decine di milioni di euro l’anno a sostegno di queste attività artistico-culturali per ridurre, in una prospettiva di medio periodo, l’enorme budget che lo Stato deve allocare per i costi delle carceri

La direzione è quella giusta, ma ci sembra che l’intervento sia ancora molto timido, e va evitato il sempre latente rischio della dinamica “foglia di fico”.

Per passare dalla teoria alla pratica (alle “buona pratica”!), l’appassionato Raffaele Bruno ha promosso una “mozione” che verrà discussa alla Camera (deve però essere ancora calendarizzata) per chiedere al Governo di “supportare le amministrazioni penitenziarie nell’organizzazione di progetti con finalità culturali, concentrandosi in particolare sui laboratori teatrali“, con la prospettiva di definire un quadro normativo per gli operatori all’interno delle carceri e rendere il teatro “parte integrante delle strutture”. Il che, ad oggi, ancora non è. La mozione, di cui Bruno è primo firmatario, chiede infine “una mappatura dei diversi progetti”, per verificare le correlazioni con il tasso di recidiva dei detenuti, nella convinzione che “l’arte ha un valore enorme” nel ridare speranza “a una persona che non è rinchiusa in un pozzo, ma prima o poi uscirà dal carcere”.

Ci auguriamo che la mozione (notoriamente, nella economia parlamentare, le “mozioni” sono spesso soltanto delle pie dichiarazioni di intenti) sia soltanto primo atto di una nuova sensibilità dello Stato verso queste buone pratiche: una proposta di legge ad hoc sarebbe auspicabile, con una dotazione budgetaria adeguata, a partire da un “sistema informativo” evoluto che identifichi le eccellenze e stimoli l’emulazione.

Il costo della sensibilizzazione e della prevenzione è enormemente inferiore al costo della repressione dei fenomeni criminali.

E, più in generale, il costo della informazione e della trasparenza è enormemente inferiore al costo della dispersione di interventi della mano pubblica.


Clicca qui, per conoscere il progetto “Gli ultimi saranno”, presentato presso la Camera dei Deputati il 10 febbraio 2020.

Clicca qui, per conoscere le attività del Distretto Tecnologico per i Beni e le Attività Culturali del Lazio, che ha presentato un nuovo bando l’11 febbraio 2020.

Clicca qui per vedere la video-registrazione a cura di “Napoli flash 24” dell’evento “Gli ultimi saranno” tenutosi alla Camera dei deputati il 10 febbraio 2020

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