TIM ha inaugurato ieri la nuova sede di Bruxelles, alla presenza del presidente Fulvio Conti e dell’ad Luigi Gubitosi, un evento che segna il ritorno dell’incumbent italiano sulla scena delle istituzioni per tentare di riallacciare rapporti, in questi ultimi tempi molto residuali, con le Istituzioni europee.
L’assenza da Bruxelles ha danneggiato non poco TIM e si è rivelato uno dei tanti gravi strategici errori compiuti dal precedente management rappresentato dal presidente Giuseppe Recchi e dall’ad Flavio Cattaneo, un errore a cui la nuova dirigenza di TIM sta cercando con difficoltà di porre rimedio.
Basti pensare che TIM è stata
completamente assente nel processo di formazione del nuovo Codice europeo delle
comunicazioni che favorirà ora il modello wholesale
only di Open Fiber
E rimontare la situazione non sarà facile.
Intanto si comincia subito con un dossier delicato: l’Analisi di Mercato di AGCOM, appena notificata a Bruxelles, con la quale si regolamenta il regime di accesso alla rete fissa TIM e su cui la Commissione Europea avrà un mese di tempo per chiedere modifiche al provvedimento di AGCOM.
La questione più spinosa, nel caso di una modifica dell’assetto competitivo del mercato wholesale di cui si parla in questi giorni sui giornali italiani, è che la notifica rischia di essere “carta straccia”.
La nuova AGCOM che si insedierà prima dell’estate, semmai l’acquisizione di Open Fiber da parte di TIM dovesse andare in porto, rischia di dover ricominciare tutto da capo e riesaminare il nuovo stato di competizione del mercato italiano, avendo il potere di introdurre, qualora fosse necessario, nuovi obblighi che possono andare dall’orientamento al costo per le nuove reti in fibra fino ad arrivare alla misura estrema della separazione strutturale su cui Bruxelles avrà comunque l’ultima parola.
Staremo a vedere…con occhio vigile.