Balletto SPID. È sparito ed poi ricomparso l’emendamento del Governo al decreto-legge Milleproroghe per rendere SPID gratis e più sicura. Ieri il Governo aveva annunciato e portato nelle commissioni Bilancio e Affari costituzionali alla Camera l’emendamento per cambiare le regole e la governance dell’identità digitale, rendendo gratuito e più sicura la sua erogazione e gestione grazie al nuovo ruolo dell’Interno come identity provider unico di Stato.
SPID e Milleproroghe
Ma l’emendamento, addirittura numerato (il 42.24) e distribuito a tutti i deputati delle due commissioni, è poi “scomparso”: infatti non compare nei resoconti parlamentari, non compare tra i fascicoli di commissione, e non risulta ufficialmente depositato, come si può vedere sul sito della Camera tra gli emendamenti proposti dal Governo (vedere allegato 2: manca il 42.24). E pensare che l’opposizione era già pronta a presentare un subemendamento, ossia una modifica.
Oggi è rispuntato a firma del Movimento 5 stelle nei faldoni dei subemenamenti agli emendamenti del Governo al dl Milleproroghe.
Ma cosa prevede l’emendamento su SPID?
Come il precedente emendamento del Governo andato disperso, anche il subemendamento a 5 Sstelle prevede di riformulare il Cad, il Codice dell’amministrazione digitale, per snellire le procedure legate alla gestione dell’identità digitale. Le nuove norme mirano ad affidare direttamente al ministero dell’Interno lo sviluppo e la gestione dell’infrastruttura, l’erogazione e la gestione delle identità digitali.
Key4biz per scrivere ieri l’articolo è venuto in possesso dell’emendamento del Governo scomparso (eccolo in PDF). Allora perché è sparito? Per diversi motivi.
“È stato presentato al termine della seduta nelle commissioni riunite Bilancio e Affari costituzionali alla Camera”, ci ha detto una fonte, che ha aggiunto: “non c’è sull’emendamento la quadra della maggioranza, il PD non è d’accordo”.
Ma soprattutto l’emendamento ha aperto uno “scontro” tra il Governo ed alcuni operatori privati. Perché?
Gli attuali 9 identity provider verrebbero tagliati fuori? Sì
I cittadini potranno sempre richiedere lo SPID attraverso i 9 identity provider e pagare una tantum, dove previsto, per l’erogazione dell’identità digitale, ma potranno farlo fino alla data di scadenza della convenzione con AgID. Dunque l’emendamento del Governo prevede di escludere, “tagliare fuori” i 9 identity provider che oggi erogano SPID. E chi sarebbe ad erogare le identità digitali per conto del Viminale? I partner tecnologici indicati sono l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Così lo SPID può diventare gratuito sia per ottenerlo sia per utilizzarlo per i servizi privati.
Quando scadono le convenzioni degli operatori privati con AgID?
Key4biz ha scoperto che non sarà immediato “abbandonare” gli operatori privati, come previsto dall’emendamento. Leggendo le 9 convenzioni stipulate con AgID abbiamo notato che:
nel 2021 scadono con InfoCert, Poste italiane, TIM (nel mese di febbraio), Sielte (nel mese di settembre).
nel 2022 con Aruba (a gennaio), In.Te.S.A. (a novembre), Namirial e Register (a giugno).
nel 2023 con Lepida (ad ottobre).
Quindi le novità previste nell’emendamento da quando scatterebbero?
Fino al 2023 Lepida erogherà lo SPID in parallelo con lo Stato?
L’obiettivo statalizzare SPID non password di Stato
L’obiettivo del Governo è statalizzare lo SPID non “una password di Stato”, ma affidare i dati delle identità digitali allo Stato, perché oggi sono in mano ai 9 identity provider, e seguire in parte il modello della carta d’identità elettronica (CIE), che a differenza dello SPID viene rilasciata dai Comuni a pagamento.
Ma erogare anche lo SPID contestualmente alla CIE no?