Il buono pasto potrebbe essere presto sostituito con il ‘bonus utenze’ per chi lavora in smart working. Questa è una delle ipotesi allo studio di sindacati e giuslavoristi per trovare soluzioni eque al taglio dei buoni pasto e degli straordinari a chi, ormai, lavora da casa da marzo scorso e, molto probabilmente, continuerà a farlo anche dopo la pandemia.
Quanti in smart working?
Con l’emergenza sanitaria i lavoratori in smartworking sono aumentati a doppia cifra. Secondo la ricerca dell’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano, durante la fase più acuta dell’emergenza lo smartworking ha coinvolto un totale di 6,58 milioni di lavoratori agili, circa un terzo dei dipendenti italiani, oltre dieci volte più dei 570 mila censiti nel 2019.
A settembre 2020, gli smartworker (che hanno lavorato anche da remoto) sono scesi a 5,06 milioni.
Smart working, vantaggi e costi
Lo smart working fa risparmiare ai datori di lavoro, ma anche ai dipendenti, che vedono aumentare solo il costo delle utenze: energia elettrica, gas e Internet. E proprio questa voce di spesa per i lavoratori potrebbe essere oggetto del ‘bonus utenze’.
La proposta: “Bonus utenze”
“Partendo dal principio che il lavoratore in smart working non deve perdere neanche un centesimo, noi pensiamo si possa prevedere un rimborso forfettario delle spese, anche perché lo smart working, a differenze del lavoro agile, non prevede che le utenze e la postazione presso l’abitazione del lavoratore siano a carico del datore di lavoro”, ha dichiarato, a La Repubblica,Tiziana Cignarelli, segretario generale di Codirp, sindacato dei dirigenti pubblici.
“Formazione pagata dal datore di lavoro a chi lavora da casa”
Un altro nuovo benefit per gli smart worker è proposto da Stefano Cuzzilla, presidente Federmanager: “Con l’aiuto anche di una fiscalità di favore, si potrebbe pensare a un nuovo modello organizzativo, con un pacchetto di welfare molto consistente, che includa sanità e previdenza complementari. Inoltre, il datore di lavoro si dovrebbe far carico della formazione continua”.
La formazione dei dipendenti il migliore investimento
In un primo momento, la formazione continua dei dipendenti potrebbe apparire come un costo all’azienda, ma è il migliore investimento per il futuro della società. Lavoratori con una formazione professionale in continuo aggiornamento garantiscono all’azienda di rimanere competitiva, in particolare nei settori in cui l’evoluzione tecnologica è rapida. La formazione dei lavoratori è il migliore investimento perché genera stimoli e soddisfazione nel dipendente, che metterà in campo per il proprio datore di lavoro le nuove competenze acquisite.
Più skill più business. Un ottimo proposito per il 2021.
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