Per contenere e gestire il COVID-19 l’Italia ha “scoperto” felicemente lo smart working.
Raccontiamo alcune esperienze di aziende che hanno sede nelle Regioni del Nord.
Vodafone, l’80% dei dipendenti in smart working
I dipendenti in smart working nelle sedi Vodafone in cui è stata decisa l’adozione del lavoro da remoto, nell’ambito delle misure di controllo e prevenzione della diffusione del Coronavirus, sono circa 2.700 su 3400: l’80% del totale. Una percentuale molto alta.
Lavorano da casa dipendenti Village Milano, Padova, Bologna, Torino e Ivrea fino a mercoledì 26 febbraio. .
Nel 2014 Vodafone è stata la prima azienda in Italia a introdurre lo smart working e oggi è tra le esperienze che coinvolgono il maggior numero di dipendenti in Italia.
- Il progetto smart working è infatti cresciuto di anno in anno. Se nel 2014, 2.800 dipendenti potevano scegliere di lavorare da remoto per 2 giorni al mese, compresi tra il martedì e il giovedì, oggi sono circa 3000 i dipendenti che possono scegliere di lavorare da remoto un giorno, mentre i giorni sono diventati uno alla settimana, compresivi di lunedì e venerdì.
- Inoltre, sulla base dei risultati positivi, Vodafone ha recentemente raddoppiato lo smart working per le mamme e i papà al rientro da maternità o congedo di paternità che possono usufruire di un giorno di smart working in più alla settimana.
- Tra i benefici evidenziati da chi utilizza lo smart working, c’è sicuramente il risparmio di tempo e costi per venire in ufficio, una migliore conciliazione della vita privata con quella lavorativa e una maggiore produttività, conseguenza di una maggiore concentrazione.
Fastweb, 1.600 persone lavorano da remoto
Ecco come Fastweb gestisce l’emergenza con lo smart working.
Fastweb si sta attenendo scrupolosamente alle disposizioni delle ordinanze regionali emanate per il contenimento del contagio e ha inoltre attivato, a titolo precauzionale e per collaborare fattivamente alla risoluzione dell’emergenza, ulteriori misure, invitando tutti i colleghi che operano nelle Regioni coinvolte, pari a più di 1.600 persone, a lavorare da remoto fino a diversa indicazione; sono altresì state sospese tutte le trasferte da e per le regioni coinvolte. Fastweb infine, ha richiesto ai nostri fornitori, ai consulenti e alle aziende partner di garantire l’applicazione di misure di sicurezza analoghe. Già dal pomeriggio di venerdì 21 febbraio Fastweb ha attivato un comitato interno per la gestione della crisi e ha provveduto a fornire informazioni puntuali ed aggiornate a tutti i propri dipendenti (circa 2.500 su tutto il territorio nazionale) tramite intranet, mail e sms sull’evolversi della situazione.
Sky, circa 3.000 dipendenti in questi giorni in Smart working: 300 in ufficio
Sono circa 3.000 i dipendenti Sky che in questi giorni stanno facendo Smart working, compresi alcuni giornalisti di Sky Tg24, che non devono andare in onda: in ufficio sono 300. In questo modo è garantita la piena continuità operativa anche nei giorni dell’emergenza.
Sky, già dal 2016, ha introdotto con successo il lavoro da remoto, adattandolo anche alle particolari professionalità presenti nell’azienda (ad esempio giornalisti e operatori televisivi).
“Avere una azienda e una forza lavoro già abituata e attrezzata per questo modo di lavorare ha senza dubbio facilitato l’implementazione delle misure straordinarie adottate in questi giorni, consentendoci”, ci ha detto Sky, “di ridurre la presenza in azienda, limitando ogni rischio di diffusione del virus, in linea con le indicazioni del Comune di Milano e della Regione Lombardia.
Labor Project: “Stop alle trasferte e flexible work”
Stop alle trasferte e flexible work per ridurre gli spostamenti. Queste sono le prime misure a sostegno dei dipendenti di Labor Project, società con sedi a Milano e Cantù, che si occupa di consulenza privacy, formazione, data protection, incentivi e agevolazioni dedicate al mondo business. “Un modo anche per tutelare i nostri clienti”, ci ha detto la società, aggiungendo: “In Labor Project affrontiamo l’emergenza Coronavirus in modo serio ma, al momento, senza panico o eccessivi allarmismi. Seguiamo attentamente i protocolli emanati dal Ministero Della Salute. Facciamo fronte alla situazione attraverso call conference, videochiamate e formazione e-learning per supportare i nostri clienti anche in questo particolare momento”.
IBM: i lavoratori in Lombardia, Veneto e Piemonte lavorano da casa
I lavoratori di IBM in Lombardia, Veneto e Piemonte lavorano da casa in ottemperanza ai provvedimenti inerenti il contenimento del Covid-19. IBM Italia ha da tempo dotato i suoi dipendenti di computer portatile e smartphone.
5 storie che dimostrano cosa? Se da una parte lo smart working è reso possibile dalla tecnologia, che ha abilitato un nuovo modo di lavorare, sempre più digitale, dall’altra è importante che ci sia un cambiamento culturale forte alla base, focalizzato su flessibilità, fiducia e trasparenza, valorizzando i risultati e non la presenza fisica.
Nei Comuni e nelle aree in cui sono state sospese o limitate le attività lavorative a causa del coronavirus, lo smart working è possibile anche senza l’accordo lavoratori-azienda fino al 7 marzo. Lo prevede uno dei decreti attuativi del del Decreto-Legge 23 febbraio 2020, n. 6, varato per contenere e gestire il COVID-19.
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