Una mobilità di nuova generazione, attenta all’ambiente e alla sicurezza, alla qualità dell’esperienza di guida e all’innovazione tecnologica, questa è la smart mobility. Il nostro Paese ha enormi problemi di traffico cittadino, soprattutto creati dalla mobilità privata, questo nuovo modello di mobilità offre la possibilità di risolverne più d’uno.
La vecchia città
Basti pensare che Roma e Milano sono tra le città al mondo con il traffico peggiore: gli automobilisti romani passano “bloccati” nel traffico 254 ore l’anno, quelli milanesi 226 ore. Le due città rispettivamente occupano la posizione numero due e sette al mondo.
La qualità dell’aria che respiriamo è delle peggiori, a causa di polveri sottili (PM10) e ozono (O3), alcune città italiane, come Frosinone, Milano, Padova, Torino e Treviso, hanno già registrato 18 sforamenti dei limiti di legge nel solo mese di gennaio 2020.
L’anno passato sono stati 26 i centri urbani di medio-grandi dimensioni ad aver registrato un accumulo di gas serra ben oltre i limiti di legge, con gravi conseguenze per la salute umana.
Il numero di automobili per abitante è esorbitante, fuori misura rispetto alla media europea. A Roma ci sono più di 2,7 milioni di auto private, secondo dati ACI riferiti al 2017. All’incirca 1,05 auto a testa per abitante. A livello nazionale, secondo dati dell’Osservatorio Autopromotec, abbiamo raggiunto le 62,4 auto ogni 100 abitanti, contro le 55,7 della Germania, le 49 della Spagna, le 48 della Francia e le 47 del Regno Unito. Nel 2018, il tasso di motorizzazione in Italia è ulteriormente cresciuto del +1,8%.
La nuova città?
Di questi temi si occupato il workshop “Smart city & Smart mobility”, organizzato dal Ministero dello sviluppo economico, in collaborazione con l’Agenzia per l’Italia digitale (AgID). All’incontro hanno preso parte anche il Ministero dell’Università e della ricerca, il Ministero dell’Innovazione tecnologica, diversi rappresentanti del mondo universitario e un primo campione di 11 Comuni italiani: Bari, Cagliari, Catania, Genova, L’Aquila, Matera, Milano, Modena, Prato, Roma, Torino.
Obiettivo dichiarato del workshop istituzionale è “far emergere i fabbisogni delle città in materia di mobilità sostenibile, approfondendo tutte le problematiche legate ai trasporti, come l’inquinamento e la vivibilità dei centri urbani”, analizzare iniziative di smart mobility già sperimentate e discutere degli “investimenti in tecnologia strategica applicata alle smart cities”.
A disposizione di questa strategia nazionale per la smart mobility ci sono già 50 milioni di euro, si legge sul sito dell’Agenzia, per finanziare i primi bandi (bandi di domanda pubblica intelligente) volti a migliorare la vita dei cittadini nei centri urbani e la qualità dell’aria che respirano, “anche” (ma non solo) a partire dall’impiego di tecnologie emergenti e a zero (o quasi) impatto ambientale.
Sulla base delle necessità emerse e delle iniziative sul tavolo, saranno successivamente definite le gare d’appalto per la progettazione e lo sviluppo di soluzioni innovative, cui potranno partecipare le imprese, i centri di ricerca e le startup. I relativi bandi saranno poi pubblicati sul portale nazionale appaltinnovativi.gov.it.