La ripresa del campionato di Serie A dopo due mesi e mezzo di interruzione (l’ultima partita giocata risale al 9 marzo) è dietro l’angolo, ma il nodo dei diritti Tv è tutt’altro che sciolto.
La ripartenza verrà formalizzata domani dal Governo. Il ministro per lo Sport Vincenzo Spadafora dirà appunto domani in che modo sarà organizzata la ripresa.
Tanti gli interrogativi
Si ripartirà il 13 o il 20 giugno? La scelta non è banale, visto che diversi club chiedono più tempo per affinare la preparazione in vista di un più che prevedibile aumento degli infortuni.
Si riprenderà con una giornata piena di campionato (la ventisettesima) oppure con i quattro recuperi che restano da giocare (Inter-Sampdoria, Atalanta-Sassuolo, Torino-Parma e Verona-Cagliari)? Anche questa è una domanda non banale, visto che gli altri campionati già ripresi in Europa, la Bundesliga in Germania e la Premier League nel Regno Unito, sono già tornati in campo a pieno ritmo e l’Italia non vuole sfigurare e vuole invece ripartire con tutte e venti le squadre alla pari in griglia di partenza. Ma non tutti sono d’accordo, ad esempio Lazio e Inter propenderebbero invece per riprendere dai recuperi.
Nodo diritti Tv
Fin qui le questioni che riguardano il campo, ma l’altra faccia della ripresa riguarda il pagamento dei diritti Tv. In ballo c’è l’ultima tranche da 233 milioni di euro scaduta a maggio che i club chiedono di incassare integralmente dai detentori dei diritti Sky, Dazn e Img. Sul tavolo della Lega c’è questa partita sui diritti, il cui esito resta incerto. Dal canto loro, ieri i club hanno formalizzato il decreto ingiuntivo a Sky per l’ultima rata non versata i primi di maggio. Il decreto non sarebbe stato invece inviato a Dazn ed Img (titolare dei diritti per l’estero) perché Dazn ed Img hanno presentato un piano di rateizzazione che è all’esame delle società.
Molti club verserebbero in condizioni finanziarie critiche e in Lega si sarebbe già cominciato a parlare di ricorrere come ultima ratio al prestito garantito dalla Sace.
La posizione della Lega
La posizione della Lega è che i contratti vanno rispettati e quindi si apre la strada per il contenzioso che potrebbe riguardare anche la trattativa futura per l’assegnazione dei diritti del prossimo triennio.
Nel frattempo, il ministro Spadafora ha chiesto i gol in chiaro per tutti come antidoto agli assembramenti all’interno di bar e ristoranti davanti ai megaschermi per seguire le partite.
Mediaset si è subito resa disponibile, visto che il bando vinto da Sky e Dazn per trasmettere la Serie A non vale per la trasmissione in chiaro. La Legge Melandri non prevede la trasmissione in chiaro di contenuti a pagamento sui canali gratuiti di Sky.
Perché ciò succeda sarebbe necessario che il governo intervenisse con un decreto ad hoc che modifichi la legge Melandri. Il ministro Spadafora parlerà anche di questo domani con Lega e Figc.