IBM, poi Amazon (ma solo per un anno) e ora Microsoft. Tre delle più importanti società tecnologiche al mondo, leader mondiali nello sviluppo del riconoscimento facciale, hanno deciso di non vendere più i software ai dipartimenti di polizia americani e nel mondo.
Il motivo è chiaro. Poche leggi a regolarne l’uso e un margine di errore ancora troppo alto, che discrimina in modo particolare le persone di colore.
Ieri, il presidente di Microsoft Brad Smith, ha dichiarato che la società non venderà più “il software per il riconoscimento facciale ai dipartimenti di polizia americani fino a quando non avremo una legge nazionale basata sui diritti umani che governerà questa tecnologia“.
Una presa di posizione, attuata dall’azienda di Richmond, arrivato dopo che oltre 250 dipendenti Microsoft hanno pubblicato una lettera aperta chiedendo alla loro azienda di fare come le due concorrenti, IBM e Amazon, ossia di annullare i contratti con la polizia per l’utilizzo del riconoscimento facciale.
Riconoscimento facciale: Microsoft e la polizia Usa
Microsoft collabora da tempo con le forze dell’ordine americane, compreso il dipartimento di polizia di New York. Fornisce un prodotto di sorveglianza chiamato Domain Awareness System, che raccoglie i dati dai dispositivi di rilevamento posizionati in tutta la città, tra cui telecamere e lettori di targhe, per fornire agli investigatori e agli analisti del New York Police Department una visione completa delle minacce e delle attività criminali.
Prima IBM e poi Amazon (ma solo un anno)
Tutto è partito dall’annuncio di IBM con una precisa presa di posizione annunciata dal CEO Arvind Krishna contro “l’uso per sorveglianza di massa, profilazione etnica e violazione dei diritti umani”. Krishna in una lettera al Congresso statunitense ha ribadito la necessità di un “dibattito nazionale su se e come la tecnologia di riconoscimento facciale debba essere impiegata dalle forze dell’ordine interne“.
Amazon, invece, ha deciso di vietare alla polizia per un anno l’utilizzo di Rekognition, la sua tecnologia di riconoscimento facciale. L’obiettivo, ha spiegato l’azienda di Jeff Bezos, è quello di dare al Congresso degli Stati Uniti “tempo sufficiente per mettere a punto le regole appropriate” sull’uso etico di questa tecnologia.
L’associazione per i diritti civili: strada ancora lunga
L’American Civil Liberties Union (Aclu) l’associazione che si batte per i diritti civili negli Stati Uniti e che da anni denuncia la pericolosità del riconoscimento facciale da parte delle forze dell’ordine ha dichiarato: “Quando anche i produttori di riconoscimento facciale si rifiutano di vendere questa tecnologia di sorveglianza perché è considerata pericolosa, i legislatori non possono più negare le minacce ai nostri diritti e libertà”.
«Microsoft, Amazon e Ibm hanno finalmente iniziato ad agire. Ma c’è ancora molta strada da fare perché la sorveglianza di massa della comunità nera e delle minoranze finisca».
Riconoscimento facciale: i problemi di profilazione
La morte dell’afroamericano George Floyd durante un fermo della polizia a Minneapolis è la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso in un settore, quello della profilazione dei cittadini, già finito più volte al centro delle polemiche. A febbraio scorso, l’elenco completo dei clienti di Clearview AI, la controversa app per il riconoscimento facciale utilizzata negli Usa anche da FBI e oltre 600 polizie a livello locale, è stato rubato da un criminal hacker.
Lo stesso Rekognition, software di Amazon Aws, a detta degli stessi sviluppatori, non si sa da quanti dipartimenti di polizia venga correntemente utilizzato.
A Londra, invece, il riconoscimento facciale è un flop totale. È utilizzato dalla polizia londinese in una delle vie shopping più trafficate della Capitale britannica. Su più di 8mila controlli soltanto una corrispondenza con i database criminali.