“La mia personale opinione ma credo di poter dire, dopo l’ultimo consiglio di amministrazione, anche della società, è assolutamente favorevole a una rete unica pubblica e wholesale only. Abbiamo una serie di perplessità se si dovesse parlare di rete non wholesale only ma verticalmente integrata e sotto controllo non pubblico ma di investitori privati, magari stranieri. Va progettata in un contesto di regole e soluzioni che garantiscano la sicurezza delle nostre infrastrutture e dei nostri dati. Servono regole e strumenti tanto più necessari se alla fine il controllo delle infrastrutture dovesse essere nelle mani di investitori stranieri”. Così il presidente di Open Fiber, Franco Bassanini, in audizione davanti alla commissione Trasporti della Camera sull’intelligenza artificiale e il futuro digitale dell’Unione Europea. “Ma questo – ha aggiunto – è un punto in discussione, su cui le decisioni saranno prese dai nostri azionisti”.
Bassanini, sicurezza infrastrutture fondamentale con investitori stranieri
“La trasformazione digitale è il driver fondamentale della crescita e della competitività della nostra economia ma è anche determinante per la qualità della vita e la sicurezza del Paese, per l’istruzione e la formazione, per la salute dei cittadini, per la coesione sociale – ha aggiunto Bassanini – Va progettata in un contesto di regole e soluzioni che garantiscano la sicurezza delle nostre infrastrutture e dei nostri dati: regole e strumenti tanto più necessari se alla fine il controllo delle infrastrutture dovesse essere nelle mani di investitori stranieri. Oggi Open Fiber è controllata dal Governo italiano ma, come sapete, in futuro non si sa”.
Bassanini, nati per investire nelle città, andati avanti rapidamente In aree a fallimento mercato. Ritardi non dipendenti da noi
“Open Fiber nasce, e questo spesso viene dimenticato, all’origine per investire nelle città: avevamo un piano industriale con un obiettivo di 9,5 milioni di unità immobiliari connesse, siamo arrivati a 7 milioni, quindi stiamo procedendo molto rapidamente”, ha precisato Bassanini, aggiungendo che “nel 2017 e nel 2018 abbiamo vinto tutte le gare pubbliche per la costruzione delle infrastrutture nelle aree cosiddette a fallimento di mercato. Qui i tempi del nostro intervento sono risultati più lenti e faticosi, sia perché usiamo il diritto pubblico, quindi procedure di gare d’appalto pubbliche, contabilizzazione europea sia per ritardi iniziali non dipesi da noi”. Implicito in questo passaggio il riferimento ai diversi ricorsi da parte di Tim che hanno ritardato il via dei lavori nelle aree bianche.
Ue, Bassanini ‘Quota Recovery fund per fibra e 5G’
Per quanto riguarda il Recovery fund, “in azienda non ne abbiamo ancora parlato e non ci è stato chiesto di avanzare progetti: non c’è dubbio che la digitalizzazione sia un driver fondamentale – quasi 40 miliardi per l’Italia sono riservati al digitale – e mi sembra assolutamente ragionevole destinare una quota ad incentivare o promuovere l’infrastruttura di base in fibra ottica e 5G”. Così il presidente di Open Fiber, Franco Bassanini, audito oggi alla Camera. “Tuttavia, bisogna verificare a quali condizioni queste risorse possano essere applicate, senza violare le norme europee sugli aiuti di Stato”, ha detto.
Bassanini, fibra capillare necessaria per 5G, audiovisivo e IoT
“Lo sviluppo del 5G richiede infrastrutture di rete in fibra capillari, e anche lo sviluppo dei servizi audiovisivi, che avviene sempre più online, e in un tempo relativamente breve sarà esclusivamente online, così come è necessaria – la fibra – per lo sviluppo di applicazioni ‘Internet of things’ e per sviluppare le capacità di interazione tra i soggetti”, ha precisato.
Bassanini ‘Proseguire percorso di semplificazione per posa fibra
Per realizzare l’infrastruttura in fibra ottica, “resta necessario proseguire sulla strada delle semplificazioni. Da ultimo, Governo e Parlamento hanno approvato misure importanti, ma a nostro avviso vi sono ancora dei passi da fare per rendere più semplice il lavoro di tutti quelli che posano infrastrutture di telecomunicazioni in Italia. Nelle sole aree a fallimento di mercato noi abbiamo dovuto avviare una richiesta di oltre 100mila autorizzazioni. Il lavoro burocratico è spesso più oneroso del vero lavoro di costruzione dell’infrastruttura in fibra ottica”, ha aggiunto.
Bassanini, Ue chiede infrastrutture ad alta capacità entro il 2025
“Il futuro digitale disegnato dalle policy europee richiede la disponibilità di infrastrutture ad altissima capacità, da realizzare entro il 2025. Allo stesso tempo, le politiche europee prevedono che il 100% di cittadini e imprese possano accedere a queste infrastrutture configurando una sorta di nuovo servizio universale per soddisfare un nuovo diritto universale, che deve trovare un adeguato inquadramento normativo”, ha proseguito Bassanini.