Il bambino ci comunica sempre il suo disagio, la sua sofferenza, lo fa utilizzando il suo volto espressivo come specchio fedele che riflette ciò che vede, ciò che coglie, ma anche solo ciò che percepisce nel suo spazio di vita.
Gli occhi, il canale espressivo per eccellenza, catturano altrettanti sguardi, così come gesti, parole, e tramettono, come in una copia carbone. intenzioni, sentimenti, richieste di aiuto, dubbi, perplessità, speranze.
In età evolutiva il bambino utilizza principalmente il corpo per esprimere il suo malessere, e non a caso uno dei primi meccanismi di difesa infantili, scoperto dall’acutezza osservativa di Selma Fraiberg, è stato l’evitamento dello sguardo.
Mamma, papà non vi guardo, anzi evito il vostro sguardo perché mi devo mettere al riparo dalla sofferenza, dal tradimento fiduciario del mio bisogno di essere nella vostra mente per poter costruire e attivare la mia stessa mente. Assorbo, catturo e vado avanti nella mia esplorazione del mondo esterno, nella costruzione della mia personalità, del mio essere e stare nel mondo, con un bagaglio di sguardi che fanno e faranno parte di me per sempre.
In questo progetto di crescita DI-pendo dagli adulti, che dovrebbero sostenermi, aiutarmi a crescere sul binario di un’affettività alla base delle fondamenta del mio sè. Purtroppo non posso svincolarmi dagli occhi dei grandi, perché da solo non posso stare, da solo non esisto.
Sono i miei occhi a farsi carico della testimonianza di un progetto di crescita armoniosa, fatto di riconoscimento, di cura, di tutela di una mente che si sta plasmando su quello che sente, che vede, che percepisce in una sorta di moviola mentale interna che dal fuori arriva dentro, si sedimenta, e riporta fuori. E se in questo percorso si sono costruite le fondamenta di una base sicura, sarà difficile demolirle.
Gli occhi dei bambini non mentono, non sanno mentire, comunicano in modo diretto verità, avvenimenti e sensazioni.
Gli occhi dei bambini si abbassano se devono nascondere qualcosa, si chiudono, diventano vitrei se nel fuori viene calpestato il loro bisogno di essere amati, guidati, sostenuti e curati.
Non ci si può approfittare degli occhi dei bambini, perché nel tempo riprodurranno nella loro mente, fotogramma dopo fotogramma quello che hanno visto, sentito, colto. E dalla mente riporteranno fuori ciò che hanno vissuto. Spesso l’espressione del tirar fuori assume la forma di incubi, tic, capricci, pianti inconsolabili, incapacità di parlare. Ed è qui che l’adulto entra come figura professionale per cercare di tradurre quanto il bambino vorrebbe dire ma non riesce a declinare in pensiero e parole.
Ed è qui che c’è la verità.
Sguardo su sguardo, occhi su occhi.
Saranno gli occhi a tirar fuori la verità, in una crudezza di eventi, che mette in primo piano il tradimento di occhi adulti, ai quali si è rivolto uno sguardo di aiuto e ottenuto assenza.
Non si sono visti quegli occhi, lo sguardo degli adulti si è allontanato da loro per seguire altro, un altro fatto di non cura, non riconoscimento, manipolazione, violenza.
Quale sia la manipolazione e la violenza ora sarà da vedere e chi ha colpa si materializzerà nell’innocenza di sguardi di angeli che dovranno essere aiutati a fidarsi di nuovo degli adulti.
Demoni che non hanno scampo perchéé fotografati dall’innocenza di sguardi.
Lo sguardo di un bambino non si può manipolare, è debitamente fedele al dato di realtà. Fotografa e conserva nella memoria immagini nitide che nelle diverse variazioni dei momenti vissuti possono riflettere, con gradienti diversi malessere o benessere mentale.
Momenti M che vengono, con la ripetizione dell’esperienza sedimentati in delle vere e proprie rappresentazioni mentali definite da Stern, artista del pensiero dei bambini per eccellenza, RIG (rappresentazioni-interne-generalizzate).
Non si inganna il bambino, lo so tradisce affettivamente nel suo unico bisogno che è quello di essere amato.
Chi lo fa, chi tradisce, non può nascondersi, non si possono manipolare ricordi, agire con suggestioni e revisioni su una mente che è giàà plasmata dalle esperienze che ha visto in primis nelle relazioni affettive.
La verità, è che è inutile cercare di ingannare gli occhi di un angelo che ci guarda desideroso solo di quel contatto affettivo che plasma davvero l’anima.
I demoni adulti sono coloro che tradiscono questo bisogno e nel tempo, al di là di fake news, delle amplificazioni mediatiche, dei commenti poco dignitosi che non fanno altro che continuare a tradire chi ha bisogno di noi, la veritàà non si farà attendere.
Prima della giustizia però dovrebbe calare il silenzio, in modo da poter leggere davvero nello sguardo di quei bambini che abbiamo tradito e che continuiamo a tradire se non abbassiamo il nostro sguardo in segno di rispetto del dolore vergogna per un’umanità che sta scomparendo.
Ci hanno comunicato e non abbiamo visto.