Il data center di Liguria Digitale a Genova, con 3.000 calcolatori, 100 km di cavi in fibra e rame e 3.000 terabyte di storage, può essere utilizzato dalle pubbliche amministrazioni e dalla Sanità di tutta Italia in ottica di “sussidiarietà tecnologica”, perché è stato certificato, finalmente, da AgID come Polo Strategico Nazionale (PSN).
Oltre a Liguria Digitale, Assinter ci ha riferito che sono stati riconosciuti PSN anche le in-house di Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Friuli, Umbria e Puglia, oltre le in-house nazionali Infocamere-Camera di Commercio e Cineca-consorzio informatico universitario, e l’in-house Pasubio Tecnologia, che raggruppa i piccoli comuni del Veneto.
Sul sito AgID domani verrà pubblicato l’elenco completo dei Poli Strategici Nazionali, come annunciato oggi in audizione alla Camera dal ministro dell’Innovazione Paola Pisano.
Di questo importante riconoscimento per la in-house regionale della Liguria, abbiamo parlato con il suo amministratore unico Paolo Piccini.
Key4biz. Come siete giunti alla certificazione di Polo Strategico Nazionale?
Paolo Piccini. Negli ultimi 10 anni siamo stati capofila nella razionalizzazione dei data center della Pa. Liguria Digitale ha investito ingenti risorse economiche per migliorare la qualità e soprattutto la sicurezza della nostra infrastruttura e la certificazione a Polo Strategico Nazionale è il riconoscimento della nostra eccellenza tecnologica, avvenuta a seguito del censimento del patrimonio ICT delle Pubbliche Amministrazioni da parte di AgID. Abbiamo aspettato tanto. Poi è arrivato il Piano Triennale di AgID e oggi abbiamo ricevuto la certificazione di PSN. Un passo strategico che dà lo status più alto alla nostra attività di custodia e gestione dei dati delle Pa regionali, a partire da quelli dei cittadini liguri.
Key4biz. Qual è il vantaggio per le Pubbliche amministrazioni e per i cittadini il riconoscimento di una in-house a PSN?
Paolo Piccini. Ora siamo titolati ad ospitare i dati non solo degli enti pubblici della Liguria, ma anche di altre amministrazioni italiane interessate. In questo modo i dati dei cittadini, da quelli sensibili a quelli sanitari, sono gestiti, non da una multinazionale che fa business sui dati, ma da un’azienda pubblica, che agisce nel rispetto dell’interesse nazionale e utilizza un’infrastruttura all’avanguardia per efficienza tecnologica ed è conforme alle norme e alle esigenze di sicurezza e data protection nazionali ed europee.
Key4biz. La classificazione dei PSN da parte di AgID, avvenuta con un ritardo di 1 anno e 8 mesi, come documentato da Key4biz, quanto è importante per la sovranità digitale dei dati della PA?
Paolo Piccini. Siamo e vogliamo essere promotori di una governance nazionale sui dati delle PA regionali e più in generale sull’Innovazione, ma chiediamo sia più chiara e stabile, perché negli ultimi anni si è accelerato prima l’iter per la classificazione dei Cloud Service Provider (CSP) rispetto ai Poli Strategici Nazionali (PNS), e in secondo luogo auspichiamo una valorizzazione dei data center all’avanguardia regionali, perché lo ribadisco, la gestione dei dati dei cittadini devono essere gestiti da aziende pubbliche, dotate di infrastrutture tecnologiche di eccellenza, che agiscono nell’interesse collettivo e non fanno profilazione e business sui dati, a partire da quelli sanitari, sui quali si stanno scatenando enormi interessi privati a livello nazionale.
Noi intendiamo essere protagonisti di questo nuovo corso, insieme ad altre in-house regionali e con una cooperazione pubblico-privato sulle best practice e sulle tecnologie più avanzate, in assonanza con la sensibilità e l’attenzione che sul cloud stanno dimostrando i governi tedesco e francese e la Commissione europea con la presidente Ursula von der Leyen che ha posto ai primi posti dell’agenda la sovranità tecnologica.