Ieri sera, su Rai 3, è andata in onda una strana puntata della storica trasmissione “Chi l’ha visto?” (31ª stagione), condotta da Federica Sciarelli, che stimola una riflessione, nel suo “piccolo”, rispetto al servizio pubblico radiotelevisivo, e su come Rai lo interpreta, non sempre al meglio. Ed il caso in ispecie non è esattamente nobile.
La puntata di ieri (mercoledì 29 maggio) era stata oggetto di non poche polemiche, ben prima della messa in onda, perché era stata annunciata la partecipazione della “showgirl” Pamela Prati, la quale ha denunciato di essere stata oggetto di una “truffa sentimentale”, come da “scoop” lanciato settimane fa da Rai 1, nella trasmissione domenicale di Mara Venier. Rivelazione che è stata poi oggetto di contestazioni, perché – secondo alcuni – tutta l’operazione sarebbe stata costruita a tavolino dalla stessa Prati, per guadagnarsi una serie di “ospitate” televisive. Che dire?! Miserie del trash televisivo. Ha dichiarato la stessa Venier che quell’intervista a Pamela Prati… vorrebbe non averla mai fatta. La conduttrice di “Domenica In” si è dichiarata amareggiata per come si è evoluta la storia del matrimonio mai celebrato dell’amica showgirl con il fantomatico Mark Caltagirone. E qualche giorno fa, alla fine di questa edizione del programma domenicale di Rai 1, intervistata da AdnKronos, “Zia Mara” ha tracciato un bilancio, ovvero che quella chiacchierata in studio con la Prati è l’unico “neo” (…) di un’esperienza “fantastica” (…): “più che delusa, vorrei rimuovere totalmente l’intervista che ho fatto a Pamela Prati. Mi sono sentita presa in giro e anche responsabile, perché è accaduto tutto dopo quell’intervista di marzo. E ancora non so quale sia la verità. Vorrei stendere il classico velo pietoso…”. Intanto sul sito di RaiPlay l’intervista alla Prati non è più disponibile: un modo per prendere le distanze da questa… truffa “mediatica”?
Come abbiamo segnalato nell’edizione della rubrica “ilprincipenudo” di ieri, alla conclusione della presentazione alla stampa della stimolante serie documentaristica “Il corpo dell’amore” (vedi “Key4biz” del 29 maggio, “Il corpo dell’amore, presentata in Rai la nuova serie tv su sesso e disabilità”), il Direttore di Rai 3 Stefano Coletta era stato simpaticamente assalito da alcune colleghe, che gli hanno domandato, con evidente “vis” polemica, che senso avesse la partecipazione della Prati ad una trasmissione come “Chi l’ha visto?”.
Il Direttore manifestava una pacata ed elegante “difesa d’ufficio”, dichiarando che non aveva cognizione di cosa esattamente la Pamela Prati avrebbe detto in trasmissione, ma segnalando che la funzione di servizio pubblico era comunque garantita dalla professionalità giornalistica di Federica Sciarelli e soprattutto dall’importanza di una sensibilizzazione sociale su una tematica delicata che ha portato addirittura una donna quasi al suicidio…
In effetti, pare che non siano pochi i casi di donne italiane che hanno subito gli effetti di “seduzioni via web”, di sedicenti innamorati che dichiarano amori fantastici e riescono ad abbindolare persone fragili e sprovvedute, chiedendo loro – dopo mesi di “corteggiamento” telematico – prestiti per far fronte a presunte emergenze esistenziali… Miserie della vicenda umana.
La settimana scorsa “Chi l’ha visto?” aveva conquistato (secondo le “certificazioni” Auditel) 1,8 milioni di telespettatori e l’8,7 % di share, mentre ieri il format più anziano in onda in prime-time ha portato a casa 2,1 milioni di spettatori ed il 9,9 % di share. Probabilmente quel poco + 1 punto percentuale è stato determinato dalla annunciata presenza della Prati.
Incuriositi anche noi, abbiamo deciso di seguire per intero la trasmissione, nella sua durata di tre ore. Si tratta di un programma che – confessiamo – da anni non vedevamo: grande, grandissima la delusione.
La Sciarelli è senza dubbio una professionista qualificata, ma quel che riteniamo sia un deficit, grave anzi gravissimo, del “servizio pubblico” è che tematiche di questo tipo dovrebbero essere affrontate avvalendosi anche di esperti: nel caso in ispecie, almeno uno psicologo ed un sociologo, che abbiano la capacità di contestualizzare questi fenomeni con un minimo di approccio tecnico e scientifico. Totalmente assenti questi professionisti, tutta la puntata si è caratterizzata per un gioco continuo sulle emozioni, assai superficiale e con intenti esclusivamente spettacolari.
Veramente paradossale, poi, la presenza della Pamela Prati, una sorta di “esca” per l’audience: è stata inquadrata qualche volta, per poche decine di secondi, senza che le sia stato consentito di proferire parola. Una ospite perfettamente silente! Da non crederci.
Alcuni ci dicono che sarebbe giunto un “diktat” dell’Amministratore Delegato Fabrizio Salini: se deve essere “testimonial” (sic) – dato che è stata annunciata – che la showgirl sia silente!
Anche se c’è stato realmente un intervento “censorio” da parte dell’Ad, il quesito permane: perché una trasmissione Rai ha dovuto approfittare della “notorietà” effimera di una “showgirl”… per sensibilizzare su una tematica che – in sé – merita certamente attenzione, anche senza una degenerazione di penosa “spettacolarizzazione”?!
Cosa si finisce per fare per 1 punto di share!
Federica Sciarelli ha cercato di “giustificarsi”, in qualche modo: “tutti parlano di Pamela Prati e di questo fantomatico marito, chiedendosi se esiste o se non esiste, e con questo mi riferisco al marito che Pamela Prati dovrebbe sposare. Tutti parlano di Pamela Prati, ma nessuno parla di tutte quelle donne che oggi vi mostriamo. Sono donne invisibili, perché non fanno parte del mondo dello spettacolo, sono state truffate. Sono donne invisibili di cui nessuno parla. E allora, noi abbiamo invitato Pamela Prati, perché noi oggi vogliamo lanciare dei messaggi importanti, perché queste truffe continuano ai danni delle vostre madri, delle vostre sorelle, e anche dei voi padri. Pamela Prati sarà qui con noi, ma noi partiamo da una donna, da suo figlio, e dalla truffa di un soldato…”.
In ogni caso, anche lo spettatore Rai che magari voleva ascoltare la Prati si è sentito… truffato! La Sciarelli sarebbe stata certamente in grado di intervistarla in modo equilibrato, se avesse voluto o se glielo avessero consentito…
Per sensibilizzare lo spettatore su una tematica delicata (affrontata peraltro in modo non tecnicamente adeguato), la Rai deve ricorrere a simili mezzucci?!
Peraltro, in contemporanea, la Barbara D’Urso nel suo programma “Live. Non è la D’Urso” – come scrive oggi con efficacia Beatrice Dondi sulla versione web de “l’Espresso” – “stava al contrario portando avanti una sorta di inchiesta alla Sciarelli, sturando il lavandino dell’innominabile con nuovi dettagli sull’affaire, sempre più disgustoso di Mark Caltagirone e compagnia fantasma”.
Sul web, ed in particolare su Twitter, molti telespettatori si sono arrabbiati: per quale motivo la Prati è stata invitata? per quale motivo non è invitata a parlare e a fornire una qualsivoglia testimonianza? Sono stati in molti ad accusare la trasmissione di Rai Tre di aver voluto sfruttare il “caso Prati” per ottenere una pubblicità a buon mercato, e far crescere un po’ i dati di ascolto…
A parte il servizio sulle “truffe amorose”, abbiamo assistito alle solite segnalazioni su persone “scomparse”, con un tono sempre tra l’ansioso ed il patetico, senza mai un minimo approfondimento psicologico.
Una chicca: surreale un servizio (preferiamo dimenticare il nome della giornalista), durato oltre un quarto d’ora, su un presunto cadavere/scheletro di un bambino (!) che sarebbe stato murato (!!) in occasione di una ristrutturazione di un campanile di una chiesa (!!!) di un paesino del profondo Sud: l’inviata ha intervistato abitanti del paesino, e scomodato finanche il prete (che, pur mostrando un’espressione controvoglia, si è prestato all’ignobile gioco), ed è andata a cercare traccia del corpo del reato sotto il campanile (non trovando assolutamente nulla, come prevedibile). Da non crederci veramente! Ed il tutto è partito da una… lettera anonima di alcuni cittadini di questo paesino!!!
Ma… questo è “servizio pubblico”? No, la risposta non può che essere netta: questo non è servizio pubblico, questo è scimmiottare la più becera televisione commerciale, questo è proporre una televisione che non ha capacità di analizzare la realtà con un minimo di senso critico.
E l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, che pure un qualche ruolo ha (dovrebbe avere) nel verificare che la Rai svolga al meglio quel che è previsto dalla Convenzione e dal Contratto di Servizio, assiste silente. È a fine mandato, ma Agcom si conferma ancora una volta silente.
Abbiamo deciso di dedicare attenzione a questa vicenda perché ci sembra un esempio, sintomatico ed emblematico, di quel che il servizio televisivo pubblico non dovrebbe fare: scimmiottare la televisione commerciale. Non si paga il canone per questa inutile duplicazione.