Sms vs. Instant messaging: quanto costa agli operatori mobili il successo di WhatsApp & Co.?

di Alessandra Talarico |

Su Twitter, il Commissario Ue Neelie Kroes avverte: 'E' ufficiale, la mucca da mungere sta morendo. E' ora per le telco di svegliarsi e affrontare la realtà'

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Instant Messaging

Il numero di messaggi istantanei inviati via app come  WhatsApp o iMessage di Apple ha superato il numero di sms alla fine dello scorso anno e quest’anno, secondo la società di ricerca Informa, i messaggi over-the-top arriveranno alla ragguardevole cifra di 41 miliardi al giorno, più del doppio rispetto ai messaggi di testo che si attende transiteranno sulle reti degli operatori tlc.

Nel 2012, secondo gli analisti, dalle app di instant messaging – la vera killer application della telefonia mobile di ultima generazione – sono stati inviati 19,1 miliardi di messaggi al giorno, contro i 17,6 miliardi di sms.

 

I dati, raccolti da Informa per il Financial Times, evidenziano l’imponente crescita delle app di messaging: tecnologie che neanche esistevano 5 anni fa e che ora stanno mettendo in crisi uno dei business più remunerativi degli operatori. Un cambiamento di abitudini che ha implicazioni per l’industria, che dai messaggi genererà quest’anno oltre 120 miliardi di dollari. E su Twitter, il Commissario Ue Neelie Kroes avverte: “E’ ufficiale, la mucca da mungere sta morendo. E’ ora per le telco di svegliarsi e affrontare la realtà dei dati”.

 

Solo Whatsapp, ad esempio, conta oltre 200 milioni di utenti attivi, più di Twitter. Nokia ha appena lanciato un cellulare con un tasto dedicato all’app.

 

Pamela Clark-Dickson, analista Informa, ha sottolineato che in diversi paesi i sistemi di messaging via internet sono considerati sempre più una valida e conveniente alternativa agli sms, con un notevole impatto sui ricavi degli operatori.

In Spagna, ad esempio, i ricavi generati dai messaggi di testo sono scesi da 1,1 miliardi nel 2007 a 758,5 milioni nel 2011, con un traffico diminuito da 9,5 a 7,4 miliardi di messaggi.

 

Secondo recenti dati elaborati da Ovum, i servizi di social messaging sottrarranno sempre più ricavi ai messaggi di testo: dai 32,6 miliardi di quest’anno a oltre 86 miliardi nel 2020.

Da quest’anno in poi, prevede la società di ricerca, i ricavi legati alla banda larga mobile rappresenteranno la parte più importante dei ricavi ‘non-voice’, superando gli sms. Nel 2014, i ricavi della banda larga mobile rappresenteranno il 43% del totale esclusa la voce, gli sms il 40%.

Quest’anno, dunque, sarà l’ultimo in cui i messaggi di testo saranno i principali contributori delle casse degli operatori mobili dopo i servizi voce. Dal 2015 i ricavi degli sms cominceranno a ristagnare.

 

In Italia, secondo gli ultimi dati forniti da Agcom, tra il 2010 e il 2011, il numero di messaggi istantanei inviati tramite rete mobile è cresciuto del 300%. Nonostante l’uso crescente dei sistemi di instant messaging in rete, nel 2012, gli italiani hanno inviato ben 96 miliardi di sms, in crescita del 7,5% rispetto all’anno precedente.

 

“La percezione di gratuità di tali servizi (il cui prezzo è compreso nell’offerta di connessione a Internet) è senza dubbio un fattore determinante nel processo di sostituibilità con gli SMS off-net. Anche le analisi svolte dall’OFCom hanno evidenziato che in Italia il 23% di coloro che comunicano attraverso i social network ha dichiarato di aver ridotto l’uso di SMS”, ha spiegato il Garante.