Internet gratis e nazionalizzazione della rete in fibra. Fa discutere la proposta elettorale dei Laburisti nel Regno Unito, con il segretario Jermey Corbyn finito nel mirino dei conservatori del primo ministro Boris Johnson e accusato di giocare di fantasia con l’idea di Internet gratis per tutti. Una mossa elettorale, secondo i conservatori che dalla promessa di Corbyn, secondo alcuni analisti, potrebbero ricevere un assist involontario per vincere le elezioni del 12 dicembre. Vedremo come andrà a finire, ma intanto è certamente lecito domandarsi se la proposta di Corbyn è fattibile.
Cosa è la banda larga full fiber
La proposta di Corbyn riguarda la realizzazione di una rete completamente in fibra ottica su tutto il territorio nazionale del Regno Unito. Una rete che garantisca performance a un gigabit al secondo, di gran lunga migliori di quelle offerte dalla rete attualmente in fase di realizzazione, fatta da un mix tecnologico che oltre alla fibra prevede anche il più vecchio rame.
Regno Unito indietro sulla fibra
Il Regno Unito è indietro nella diffusione della rete in fibra: soltanto l’8% delle case ne è munito a fronte di percentuali molto superiore in diversi paesi Ue. Ad esempio, in Portogallo la stessa percentuale sale all’89% e in Spagna al 71%.
Quando Boris Johnson è salito al potere, ha promesso di portare la fibra (full fiber) a tutti entro il 2025 stanziando fondi per 5 miliardi di sterline. Troppo pochi.
Come procedere alla nazionalizzazione?
Per nazionalizzare la rete, sarebbe necessario rilevare Openreach, la società della rete di BT separata legalmente dalla casa madre due anni fa. Open Reach è responsabile del roll out di una rete full fiber in Uk: il prezzo stimato per realizzare il progetto è di 35 miliardi di sterline.
E la concorrenza?
Che fine farebbero i concorrenti di Openreach in caso di nazionalizzazione della rete in fibra, che confluirebbe in British Broadband? Probabilmente sarebbero costrette a chiudere, anche perché il prezzo medio dell’abbonamento è di circa 30 sterline al mese e competere con un’offerta gratuita sarebbe impossibile. Si tratta di rivali come Virgin Media, TalkTalk e CityFibre. Nel 2017 Ofcom ha comminato una sanzione di 42 milioni di sterline a BT, ordinando di rifondere complessivamente 300 milioni ai concorrenti come compensazione dalla ritardata installazione di connessioni ultraveloci per la concorrenza.
Quanto varrebbe British Broadband?
La società britannica della rete (British Broadband), così i Labour chiamerebbero Openreach dopo la nazionalizzazione, avrebbe una valutazione di circa 15 miliardi di sterline, secondo Bloomberg.
Rete nazionalizzata: il precedente NBN in Australia
Il progetto di nazionalizzare la rete in fibra in Australia in National Broadband Network (NBN) è stato un flop colossale. Nata nel 2006 con l’obiettivo di coprire in full fiber il 93% delle case del paese è finito in un fiasco colossale. L’azienda è ancora attiva, ma velocità di connessione e copertura sono lontanissime dalle attese.
Attenzione al rischio Ue di aiuti di Stato
La proposta dei laburisti dovrebbe fare i conti con la normativa Ue sugli aiuti di Stato. Inoltre, la copertura finanziaria del progetto, secondo Corbyn, dovrebbe arrivare da una web tax con ricavi globali superiori ai 500 milioni di sterline. Certo, i costi di manutenzione della rete nazionale non sono bassi: si tratterebbe di 230 milioni di sterline all’anno secondo i laburisti, anche se secondo gli analisti il costo sarebbe molto superiore, fra 1 e 2 miliardi. Openreach, secondo il bilancio di BT, occupa circa 30mila persone e ha costi operativi superiori ai 2 miliardi annui.
Conseguenze per i consumatori
La maggior parte dei consumatori nel Regno Unito ama cambiare spesso operatore e saltare da un’offerta all’altra. Ma il passaggio ad un modello che prevede un unico fornitore renderebbe obsolete le comparazioni di prezzo così come gli sconti, che si aggirano intorno alle 8 sterline al mese per i clienti meno fedeli. Infine, BT detiene il 34% delle connessioni a banda larga nel Regno Unito, che sono complessivamente 26,7 milioni. Il resto del mercato è suddiviso in modo equo fra Virgin Media, TalkTalk e Sky.