Il mercato audiovisivo italiano per l’home entertainment ha sviluppato complessivamente un giro di affari pari a 255,6 milioni di euro durante l’anno passato, secondo uno nuovo studio Gfk Italia per Univideo.
Un dato in contrazione dell’11,5% su base annua, con un fatturato per la vendita di supporti fisici pari a 154 milioni di euro, mentre quasi di 102 milioni di euro è stato il fatturato generato dalle transazioni digitali.
Audiovisivo e trend digitale
A segnare una crescita significativa è stato proprio il segmento digitale: “Nel 2019 il mercato dell’audiovisivo – ha spiega Lorenzo Ferrari Ardicini, Presidente di UNIVIDEO e di CG Entertainment – ha mostrato una contrazione del prodotto fisico, rafforzando al tempo stesso la qualità identitaria dei consumatori di DVD e Blu-ray, target valoriale, espressione di unicità e dalla propensione all’acquisto, contestualmente una crescita continua del consumo digitale, sia SVoD sia Digitale Transazionale”
Si sono avuti 21, 2 milioni di consumatori di contenuti digitali, di questi il 40% ha fruito di contenuti di intrattenimento sottoscrivendo un abbonamento mensile ad una piattaforma digitale (SVoD).
Il 12% ha acquistato contenuti video attraverso un sistema di telecomunicazione per la trasmissione e la ricezione di film (digitale transazionale).
Dall’analisi, infine, è emersa una crescita sostanziale (+32% rispetto alla fase pre Covid) del tempo medio che le famiglie italiane hanno dedicato alla fruizione di contenuti di intrattenimento.
In particolare, nei mesi marzo, aprile e maggio 2020 si è registrato un +20% del tempo speso dalle persone attraverso il canale televisivo tradizionale e un +30% del tempo dedicato al consumo di contenuti attraverso il web.
Il tempo dedicato ai contenuti online
“La popolazione italiana ha aumentato notevolmente il tempo medio speso sui media digitali, fruendo di tanti contenuti tra cui anche molto intrattenimento”, ha spiegato Ardicini.
“Questo trend, confermato anche nelle fasi successive, mette in evidenza una forte tendenza della popolazione all’uso delle tecnologie e alla ricerca di contenuti sia di carattere informativo sia di svago”, ha precisato il Presidente di Univideo.
Un comportamento che il pubblico italiano sembra aver tenuto, seppur con percentuali minori, anche durante la Fase 2.
I Film, infine, sono il genere on demand più visto durante il lockdown, superando anche le serie tv, tendenza che si è mantenuta anche al termine della quarantena e che ha allargato a nuove componenti della popolazione con una accelerazione verso la riduzione del divario generazionale nella fruizione dei media.