Giovanni Buttarelli, Garante Europeo per la Protezione dei dati Personali e Antonello Soro, Garante privacy italiano, sono stati i primi a lanciare l’allarme. Adesso Libra non convince nemmeno le Autorità del resto del mondo.
Dal Financial Stability Board alla Fed passando per la Financial Conduct Authority è un coro di scetticismo e allerta sulla cripotvaluta di Facebook che, è il parere unanime, ha bisogno di un esame attento.
Il motivo è semplice. Una sua introduzione comporterebbe da subito un ampio e diffuso uso a differenza del Bitcoin, dato che Facebook conta quasi 2,4 miliardi di utenti.
In una lettera inviata al G20, il presidente dell’Fsb e vice presidente della Fed Randal Quarles mette in guardia sui rischi legati a un uso diffuso delle valute digitali. “Anche se al momento i cryptoasset non rappresentano un rischio per la stabilità finanziaria” un uso diffuso di “nuovi tipi di criptoasset per i pagamenti merita un attento esame da parte delle autorità per assicurare siano soggette a elevati standard di regolamentazione” spiega Quarles, precisando che l’Fsb “monitorerà i rischi da vicino e in coordinamento con altre autorità“.
Una posizione condivisa dal presidente della Fed, Jerome Powell, che ha ribadito l’impegno della banca centrale americana a valutare da vicino Libra. Gli fa eco il numero uno della Fca inglese, Andrew Bailey: “Dobbiamo impegnarci a livello nazionale e internazionale con facebook e Libra. Non procederanno senza autorizzazione” dice Bailey, secondo quanto riportato dal Financial Times. Le parole di Bailey sono in linea con quello del governatore della Bank of England, Mark Carney, e con quelle dell’Ue, secondo la quale la concentrazione di dati personali e finanziari di Facebook richiede molta attenzione.
Sul fronte politico Libra non convince neanche il Congresso americano, che ha convocato un’audizione sulla criptovaluta in luglio.
Insomma più ombre che luci sul nuovo progetto di Mark Zuckerberg, in attesa di ulteriori sviluppi, Facebook che si augura di poter operare Libra senza la rigida regolamentazione delle banche e delle altre società di pagamento, le autorità rispondono con un secco no.
A Ginevra non c’è nessuno: la scoperta del Sole 24 Ore
E’ di oggi la notizia secondo cui la Libra Association, l’Associazione che dovrebbe finanziare e controllare il progetto di Facebook, al momento, non esiste.
Il Sole 24 Ore ha scoperto che al numero 13 di Quai de l’Ile di Ginevra in Svizzera – dove ha sede l’organizzazione – è interamente occupato da Spaces, una società di coworking che mette uffici e spazi a disposizione delle società. Non c’è traccia alcuna di Facebook e di Libra ma ci sono i nomi di oltre 30 aziende tra cui PayPal (tra i partner di Libra Association), Aig (compagnia assicurativa Usa) e diverse società tecnologiche.
Inoltre – spiega il quotidiano economico – nel registro del commercio di Ginevra non esiste Libra Association, che non è ancora stata iscritta.
Elka Looks, communications manager di Calibra, società di Facebook che investirà nel progetto, ha spiegato al Sole 24 Ore che “Facebook avvierà la registrazione alla Camera di commercio di Ginevra nelle prossime settimane e il conferimento dei fondi sarà realizzato nei prossimi mesi e ci attendiamo che sarà completato nel 2020“.