Il prossimo 31 gennaio scade la proroga decisa lo scorso ottobre sul lavoro da remoto per milioni di dipendenti della Pubblica Amministrazione italiana.
Attesa per un nuovo decreto
Questo significa che il turn over dei dipendenti, con metà da casa e metà in ufficio che si alternano in rotazione, cesserà a fine mese, senza che al momento non ci sia una nuova norma pronta a regolare la prosecuzione del lavoro agile e il rientro in ufficio.
Un problema non da poco, soprattutto per chi ha figli, visto che anche a scuola le lezioni in presenza faticano a ripartire e anche in questo caso è prevista rotazione tra “in classe” e “online”.
L’osservatorio nazionale sul lavoro agile
Intanto, come annunciato dal sito del ministero della Pubblica Amministrazione, il ministro Fabiana Dadone ha nominato i componenti dell’Osservatorio nazionale del lavoro agile nelle pubbliche amministrazioni e i membri della Commissione tecnica a supporto dell’Osservatorio.
In attesa di un nuovo decreto, bisogna attenersi a quello pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 31 dicembre 2020. Nel frattempo lo stato di emergenza è stato prorogato fino al 30 aprile 2021.
“È necessario introdurre quanto prima una regolamentazione più chiara e trasparente di questa forma di flessibilità, anche facendo tesoro dell’esperienza maturata durante la pandemia – ha spiegato dalle colonne del Corriere della Sera, il presidente della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, Rosario De Luca – bisogna infatti evitare che uno strumento dalle grandi potenzialità venga confuso con il telelavoro e si riduca al lavoro da casa. È invece necessario un cambiamento di mentalità e un’organizzazione produttiva fortemente innovativa per massimizzarne gli effetti”.
Lo studio della Banca d’Italia
Durante i mesi della pandemia, quindi da marzo 2020 in poi, si è verificato un repentino aumento del ricorso allo smart working da parte dei dipendenti della PA, secondo una nuova ricerca pubblicata dalla Banca d’Italia dal titolo “Il lavoro da remoto in Italia durante la pandemia. Le Amministrazioni pubbliche”.
Stando ai dati della Rilevazione delle Forze di Lavoro (RFL) relativi al secondo trimestre del 2020, i mesi in cui le misure adottate per contenere la pandemia sono state più severe, la percentuale di lavoratori pubblici che ha svolto le proprie mansioni da casa almeno una volta nella settimana di riferimento è stata pari al 33%, era appena il 2,4% nel 2019.