La scuola si trova oggi di fronte alla sfida e al contempo all’opportunità, al privilegio e alla responsabilità, di rinnovare la didattica in chiave digitale ma soprattutto di rivedere il processo di acquisizione delle informazioni, la loro produzione e testimonianza in chiave moderna su canali direttivi etici ed altamente morali.
Scuola, ricordiamo la Dad di Manzi
Ad un anno dalla chiusura del portone della Scuola Nazionale per affrontare l’emergenza della pandemia del Covid-19 arranchiamo ancora nella comprensione base della piattaforma teorica ed esperienziale diffusa da maestri illustri a partire dall’esempio del primo fautore della Didattica a Distanza, il maestro Manzi, che nella sua trasmissione “Non è mai troppo tardi” del 1960, decideva di cambiar metodo per insegnare a leggere e scrivere utilizzando le immagini i suoi stessi schizzi per arrivare dritto al cuore dell’apprendimento utilizzando il canale mediale della televisione.
Grande sensibilità del maestro Manzi al livello di attenzione dei suoi alunni derivato dall’attenta osservazione dei processi di apprendimento, in quel mettersi nei panni del bambino, dell’adolescente, e dell’adulto, in qualunque tappa del ciclo evolutivo della vita che fa andare avanti nella conoscenza se si è attivamente curiosi e se si fa leva sul desiderio innato della mente umana di acquisire informazioni per progredire.
Nella dialettica tra uomo e macchine la voce del maestro, dell’insegnante sulla scia dell’indicazione di Savater “mia madre la mia prima maestra” vince sempre e da grande osservatrice e ascoltatrice dei bisogni del bambino sa modellarsi in relazione alla mente assorbente del bambino e comprende che il processo di apprendimento può avvalersi della penna, del libro, del tablet e del computer in modo integrato e produttivo solo se viene cambiato il metodo di insegnamento per generare un avanzamento della Scuola che non altera quanto appreso e sedimentato nel corso della sua evoluzione ma anzi ingloba il suo tesoro esperienziale in un nuovo processo formativo che tiene conto degli effetti della rivoluzione digitale sui processi interrelati di apprendimento, di socializzazione, di relazione e di crescita.
Il futuro dell’insegnamento
La Scuola in primo piano insieme alla famiglia in una piattaforma sensibilmente “Care educativo e formativo” (Volpi, 2021) visto come scaffolding (impalcatura) ancoraggio e supporto per scongiurare l’utilizzo improprio della tecnologia che ancora troppo spesso anche oggi, nel bilancio formativo dell’emergenza, non viene utilizzata nella consapevolezza che il digitale è uno strumento con proprietà e caratteristiche specifiche che possono attivare o minare l’apprendimento.
Da mezzo per condividere debbono essere concepiti come mezzi per aggregare e potenziare l’apprendimento che agisce su vecchi canali pedagogici e psicologici rivisitati e non cancellati nella fruizione digitale.
La mente assorbente di memoria montessoriana, rimane e si esplica nel circuito di Resnick dell’immagina, crea, gioca, condividi, rifletti che in chiave moderna raccoglie le indicazioni esplicative della didattica digitale che affianca e non sostituisce quella tradizionale nel nuovo spazio di apprendimento che va oltre la LIM, le piattaforme, i webinar, le flipped classroom e abbraccia in modo globalmente condiviso lo strumento più efficace dell’apprendimento ovvero: il contatto mente mente che alimenta e fa scaturire la passione per la conoscenza distribuendola oggi in modo inclusivo sul vettore digitale che è un alleato per lo sviluppo delle nuove competenze in primis quella di aiutare ad imparare a imparare in una nuova Scuola moderna che altro non è che lo specchio della nostra società.
Bibliografia
Bianchi P. (2020), Nello specchio della scuola, Il Mulino, Bologna
Resnick M., [2017], Come i bambini. Immagina, crea, gioca, condividi. Coltivare la creatività con il Lifelong Kinderkarten del MIT, Trento, Erikson
Volpi B. (2021), Docenti Digitali. Insegnare e sviluppare nuove competenze nell’era di Internet, Il Mulino, Bologna.