Supportare la crescita delle aziende italiane nel mercato cinese attraverso l’emissione di obbligazioni “Panda Bond” e lo sviluppo di un piano coordinato di cofinanziamento per le realtà imprenditoriali che hanno manifestato l’intenzione di investire nel grande Paese asiatico, questo il contenuto dell’accordo annunciato sabato da Cassa depositi e prestiti (CDP) e Bank of China (BoC).
I cosiddetti “Panda Bond” non sono altro che titoli obbligazionari destinati ad investitori istituzionali operanti in Cina, i cui proventi saranno spesi per finanziare la nascita di imprese italiane (anche succursali o controllate) con sede in Cina e supportarne la crescita.
In questo caso, l’accordo tra CDP e BoC è per l’emissione di 5 miliardi di renminbi di “Panda Bond”, circa 650 milioni di euro.
“La liquidità raccolta sarà veicolata alle imprese sia attraverso le banche italiane presenti in Cina, sia attraverso le banche cinesi. Con tale piano di emissioni, CDP sarebbe il primo emittente italiano, nonché il primo Istituto nazionale di promozione europeo, ad esplorare questo tipo di mercato”, si legge in una nota della Cassa.
La seconda part dell’intesa, invece, è dedicata alla definizione di un programma di supporto finanziario volto alle imprese italiane in Cina, del valore di 4 miliardi di renminbi, cioè più o meno 520 milioni di euro.
“Il programma sarà strutturato su un orizzonte di medio-lungo termine”, si legge sempre nella nota ufficiale, “e sulla base di un controllo del rischio di ogni singola operazione di co-finanziamento da parte di BoC e di CDP”.
Le due organizzazioni, inoltre, dovranno nel tempo collaborare anche “per l’individuazione di potenziali opportunità di cooperazione in determinati prodotti e settori in cui operano le imprese italiane in Cina quali export, corporate finance e infrastrutture”.
CDP opera in Cina da diverso tempo e al momento conta più di 60 società partecipate, oltre 50 impianti produttivi di società partecipate e 10 partnership attive con operatori cinesi, per un fatturato complessivo che supera i 3 miliardi di euro.
La Cassa, infine, è entrata anche nel Protocollo d’Intesa firmato sabato a Palermo tra Snam e Silk Road Fund (SRF), volto a valutare reciproche opportunità di collaborazione e ad individuare aree di interesse comune per realizzare iniziative congiunte principalmente in Cina e in Italia, nonché in altri paesi.
Nello specifico, recita il comunicato, CDP e SRF potranno cooperare per facilitare potenziali opportunità di investimento nei seguenti settori: servizi finanziari, agricoltura, alimentari, tecnologia, manifattura, infrastrutture e trasporti, energia, white economy (salute e assistenza).
Snam e SRF, invece, potranno valutare eventuali iniziative congiunte di collaborazione in ambito infrastrutturale (trasporto, stoccaggio e rigassificazione e impianti di biometano) a supporto della crescita dei settori del gas naturale e del biometano in Cina e in altri paesi in un’ottica di decarbonizzazione.
Tali accordi sono parte integrante delle 29 intese, istituzionali e commerciali, che sono state sottoscritte nel capoluogo siciliano dal Vice Presidente del Consiglio e Ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, ed il Presidente della Repubblica Popolare Cinese, Xi Jinping, relative ai settori del commercio, dell’energia, dell’industria, delle infrastrutture e del settore finanziario, “al fine di promuovere un rafforzamento delle relazioni economico-commerciali tra i due Paesi, nel rispetto delle linee strategiche dell’Unione Europea e della nostra collocazione euro-atlantica”.
In particolare, sono evidenziati due accordi, uno relativo al commercio elettronico, l’altro alle startup.
Per l’ecommerce, “si punta a promuovere la cooperazione tra le imprese ed i consumatori del commercio elettronico operanti in Italia e in Cina, facilitando la cooperazione tra le PMI e le grandi piattaforme di commercio elettronico nonché condividendo le best practice e le innovazioni delle imprese di entrambi i Paesi”.
In chiave “startup economy”, sono previsti scambi e collaborazioni tra le imprese dei due Paesi, avendo come obiettivo finale “l’ulteriore sviluppo della cooperazione bilaterale tra Italia e Cina”.
L’intesa prevede: un’attività di promozione di parchi scientifici e tecnologici, cluster industriali e investimenti in venture capital che possano consentire alle startup innovative una prospettiva di crescita internazionale, attraverso lo scambio di conoscenze, di processi e di persone; maggiore attenzione al tema della proprietà intellettuale, per evitare che le aziende vengano penalizzate dalla condivisione di informazioni di natura industriale che possano avere rilevanza di carattere competitivo.
A Roma, le delegazioni ministeriali dei due Paesi hanno firmato 19 intese istituzionali, da quelle per eliminare le doppie imposizioni ai gemellaggi fra città e regioni, a cui si aggiungono le 10 intese commerciali siglate da importanti realtà economiche italiane e cinesi, per un valore di 2,5 miliardi di euro, con la speranza che possano sviluppare un potenziale complessivo di 20 miliardi di euro.