Numerosi supercomputer in Europa sono stati hackerati per estrarre criptovaluta.
E’ successo la scorsa settimana dove gli incidenti di sicurezza sono stati segnalati nel Regno Unito, in Germania, in Svizzera. Inoltre, un meccanismo di intrusione simile a quello usato nei tre Paesi precedenti in è stato segnalato anche in un high-performance computing center situato in Spagna.
Le prime segnalazioni
La prima segnalazione di hacking è stata data dall’Università di Edimburgo, che gestisce il supercomputer ARCHER. L’organizzazione ha segnalato “il funzionamento di un sistema di sicurezza nei nodi di accesso ARCHER“, l’arresto del sistema per le indagini e il ripristino delle password per prevenire ulteriori intrusioni.
In Germania, l’organizzazione che coordina i progetti di ricerca sui supercomputer nello stato federale del Baden-Württemberg, ha annunciato che cinque dei suoi cluster di elaborazione ad alte prestazioni sono stati disconnessi a causa di “problemi di sicurezza“.
Al momento nessuna delle organizzazioni ha fornito dettagli sugli hack. Tuttavia, gli ingegneri hanno riferito che il CSIRT (Information Security Incident Response Team), che coordina la ricerca utilizzando i supercomputer in Europa, ha pubblicato campioni di malware e dati aggiuntivi relativi agli incidenti.
Supercomputer per minare Monero
Secondo quanto riporta ZDNet, la valuta sfruttata è ancora una volta il Monero (XMR), che per sua natura rende meno rintracciabili gli autori della truffa e tende pertanto a essere sfruttato preservando l’anonimato.
“Non è la prima volta che un tentativo del genere va a segno: fin dal 2018 se ne ha notizia, ma in questo caso gli attacchi sono stati multipli e sono avvenuti nel giro di poco tempo“, spiega il sito americano.
Tutto lascia supporre che possa essersi dunque trattato di una regia coordinata, di una fonte univoca della quale, però, al momento non si sono trovate le tracce.