In tempo di Covid “come industria abbiamo risposto alle nostre responsabilità, collegando famiglie, scuole e aziende, attuando una politica industriale senza che ce ne fosse una. Benjamin Franklin invitava a ‘non confondere mai il movimento con l’azione’. In Italia c’è così tanto movimento che nessuno si è preso il tempo per definire una politica industriale. Molti stanno alla finestra ad attendere il Recovery Fund o una nuova leadership, aspettano che qualcuno prenda le decisioni coraggiose necessarie…”. Lo ha detto in un’intervista a La Stampa l’ad di WindTre Jeffrey Hedberg.
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Sull’utilizzo dei fondi del Recovery per le infrastrutture, Hedberg indica tre priorità: “Accelerare la diffusione della banda ultralarga, fibra e 5G, per sviluppare linee fisse e mobili; semplificare le regole per la realizzazione della rete, i permessi e le autorizzazioni; lavorare sulle competenze dei singoli”.
Sulla rete unica annunciata da Tim, governo e Cdp in settembre, conclude: “Ci hanno chiamati in gioco. E’ stata una buona discussione. Abbiamo dato le nostre indicazioni. Ma poi non si è fatto alcun passo avanti. Entro il 2021 penso che avremo un piano. Magari parti del piano saranno anche realizzate. Ma una rete unica, non credo proprio. Vediamo come va a finire. Una delle mie preoccupazioni – e non è contro Tim – è che se dai le chiavi a una parte in causa, è possibile che le risorse non siano collocate nel modo più efficiente”.