La Guardia di Finanza di Gorizia, Nucleo di Polizia economico-finanziaria, ha eseguito stamattina il sequestro preventivo di 58 siti web illegali e 18 canali Telegram che, attraverso 80 milioni di accessi annuali, rappresentano oggi circa il 90% della pirateria audiovisiva ed editoriale in Italia.
Le indagini sono partite dal Friuli Venezia Giulia, per poi estendersi anche a Puglia, Emilia Romagna e all’estero (Germania, Olanda e Stati Uniti). L’attenzione si è focalizzata in particolare sia sul mondo della pirateria audiovisiva ed editoriale, sia sul sistema illegale delle cosiddette IPTV.
Sono infatti stati individuati quattro esperti informatici operanti nel web dietro nickname di fantasia (Diabolik, Doc, Spongebob e Webflix) divenuti nel tempo veri e propri oracoli della rete dediti alla diffusione – anche con l’ausilio di servizi di messaggistica istantanea e broadcasting – di innumerevoli contenuti multimediali illegali (film di prima visione, contenuti audiovisivi, eventi sportivi, cartoni, pornografia, software, giornali, riviste, manuali, ecc.).
“Bene l’operazione condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Gorizia, testimonianza dell’impegno profuso dalle Forze dell’Ordine a sostegno dell’industria dei contenuti, ancor più fondamentale in questa fase di ripartenza del settore audiovisivo e sportivo”, ha dichiarato Federico Bagnoli Rossi, Segretario Generale della Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali (FAPAV), intervenuto durante la conferenza stampa della Guardia di Finanza.
“E’ necessario rendere sempre più sinergiche e rapide le collaborazioni con le Autorità internazionali al fine di contrastare con sempre maggiore efficacia un fenomeno, quello della pirateria, che non ha più frontiere”, ha affermato il Segretario Generale FAPAV.
“In particolare l’adozione della misura cautelare sui cosiddetti “alias” associati ai domini web oggetto del provvedimento riteniamo possa rafforzare l’efficacia delle azioni di contrasto poste in essere”.
“L’operazione “Evil Web” ha interessato anche alcuni servizi di IPTV illegali – ha aggiunto Bagnoli Rossi – che destano forte preoccupazione in considerazione sia della maggiore fruizione degli stessi (durante il lockdown il loro utilizzo illegale è cresciuto dal 10% al 19%), sia della struttura ramificata e profondamente organizzata che c’è dietro l’implementazione di un business di questo tipo, altamente remunerativo”.
“Fondamentale proseguire anche nelle azioni di informazione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica – ha precisato il Segretario Generale – le conseguenze della pirateria sul piano della sicurezza dei dati sono ben più preoccupanti di quello che si possa pensare: la correlazione tra pirateria e criminalità informatica è un tema che non è più possibile trascurare e necessita di essere approfondito e diventare parte integrante di campagne informative”.
L’incisività dell’operazione della Guardia di Finanza è stata determinata da un approccio investigativo innovativo, sviluppato in sinergia con l’Autorità Giudiziaria isontina, che ha visto, per la prima volta in ambito penale in Italia, l’adozione nella misura cautelare reale sui cosiddetti “Alias”, a cui si è riferito il Segretario Generale della FAPAV, associati ai domini web di secondo livello.
Procedura che sta consentendo, giorno per giorno, l’immediata inibizione di centinaia di nuovi domini web illecitamente creati nell’intento di aggirare l’originario provvedimento dell’Autorità Giudiziaria. Inoltre, sono state attivate le procedure di collaborazione giudiziaria internazionale – tutt’ora in fase di svolgimento – per poter sequestrare i server da cui vengono divulgati i contenuti multimediali in violazione del diritto d’autore.