“Più passano i mesi e gli anni, più le opacità di Rousseau restano e si consolidano. Di Maio, anche oggi, insiste nell’annunciare al mondo intero che farà votare la riorganizzazione del M5S sulla piattaforma Rousseau, ma commette una gaffe imperdonabile. Dice che si farà certificare il voto non da uno ma da ben due notai. Per la verità potrebbe anche chiederlo a dieci notai, la sostanza non cambierebbe: non è il risultato finale comunicato da Casaleggio e Di Maio che necessita di una certificazione, ma tutto il processo di voto che resta opaco e necessita di un controllo. Invitiamo ancora una volta Di Maio a rendere open source il codice di Rousseau”, ha dichiarato in una nota Francesco Boccia, deputato PD e responsabile Economia e società digitale del Partito Democratico.
“Far certificare a un notaio ‘ciò che viene trasmesso in video’ (sono le parole imbarazzate dette alla stampa dal notaio dopo l’ultima votazione su Rousseau) equivale a trasformare un notaio in un presentatore televisivo. Serve certificare l’algoritmo e lo svolgimento regolare della consultazione; un notaio, che ha altre caratteristiche, non è uno sviluppatore e senza strumenti non è in grado di farlo. La certificazione da parte di un notaio di un dato spurio, ottenuto da un processo opaco, non garantisce l’affidabilità del processo di voto. Serve, lo ribadiamo per l’ennesima volta, un audit terzo, un controllo del processo telematico di voto, certificato da chi è in grado di farlo”, ha precisato il deputato PD.
“Serve dare potere all’autorità garante ma il M5S si oppone a qualsiasi proposta normativa. Oggi scopriamo che tornano sul tema vendendo sempre la stessa bufala: chiedono il voto ma non si sa a chi, per far decidere cose già decise, fingendo di far partecipare un certo numero di persone che, però, non sono verificabili in alcun modo. E, ovviamente – ha affermato Boccia in conclusione di nota – gli stessi elettori non hanno alcuna garanzia sull’esito del voto perché nessuno potrà mai controllare. Immaginiamo il povero notaio, anzi questa volta due, che dovranno scrivere su carta le cose che saranno apparse in un video. Come se fossimo al tempo del Commodore 64, forse in quel caso avrebbe avuto un senso far certificare a un notaio ciò che appariva in video. Durante la Costituente delle Idee, lanciata dal segretario Zingaretti, il Pd presenterà al Paese il progetto aperto e trasparente della comunità in rete. E vedremo giorno per giorno le differenze tra opacità e trasparenza e tra commentocrazia e partecipazione democratica“.