A seguito di alcuni articoli di stampa circa presunte inadempienze di Fastweb in relazione al contratto in essere tra la società e il Ministero degli Interni per la gestione del sistema di sorveglianza elettronica delle persone sottoposte a provvedimenti restrittivi della libertà, comunemente noto come “braccialetto elettronico”, Fastweb coglie l’occasione per fare chiarezza sulle attività oggetto di suddetto contratto.
Da alcune notizie circolate, anche a seguito dell’Interpellanza Urgente 2-01022 discussa alla Camera dei Deputati lo scorso 15 Gennaio, si evincerebbe che Fastweb non abbia fornito il numero di braccialetti previsto dall’appalto. In virtù di questa non corretta interpretazione dei fatti e dell’oggetto del contratto Fastweb precisa che:
- 2-01022: “alla data odierna, non risultano richieste pendenti da parte dell’Autorità Giudiziaria, in quanto tutte le istanze presentate sono state gestite o programmate”
- del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria del Ministero della Giustizia, ha eseguito un affidamento chiedendo a Fastweb di attrezzarsi ad attivare 1600 braccialetti elettronici in più (complessivi, non su base mensile) rispetto a quelli previsti dal primo contratto per far fronte alla pandemia in corso e ad eventuali picchi di richiesta derivanti dalla necessità di ridurre i contagi negli istituti penitenziari.
Tutto ciò premesso, sperando di aver chiarito che il numero di braccialetti in uso dipende non da una carenza di dispositivi ma esclusivamente dalle attivazioni e disattivazioni disposte dalle Autorità competenti e sottolineando che la remunerazione della società è correlata alle attività effettivamente svolte, Fastweb auspica di aver risolto ogni dubbio sulla vicenda e sull’assoluto corretto svolgimento del contratto da parte della società.