Impiantare chip in persone paralizzate, consentendo loro di controllare con la mente arti artificiali, telefoni o computer. Questo è l’obiettivo della nuova tecnologia presentata da Elon Musk, cofondatore di Tesla, ma anche alla guida di Neuralink, società che ha fondato per “non lasciare l’uomo indietro rispetto all’intelligenza artificiale”. Questa la mission della startup di neurotecnologie, che ieri ha svelato l’interfaccia uomo-computer, il punto di svolta della ricerca illustrata alla platea della California Academy of Sciences di San Francisco.
Un foro di 8 mm nel cranio permetterà di impiantare il chip collegato al cervello con fili più sottili di un capello umano, che possono essere “iniettati” con un ago di 24 micron per rilevare l’attività dei neuroni. A farlo, sotto la guida di un neurochirurgo, sarà un robot programmato per ridurre al minimo il margine di rischio per la salute e le funzionalità cerebrali.
Il sistema, finora testato con risultati incoraggianti “sui topi e su una scimmia che ha usato il computer con il suo cervello” attiverà in futuro la simbiosi uomo-macchina che, grazie al wireless, potrà avere in seguito infinite applicazioni, hanno spiegato i ricercatori. Prima fra tutte quella di dispositivo medico per aiutare le persone paraplegiche o amputate, e – nei prossimi sviluppi – restituire persino il tatto o la vista, ma con l’obiettivo più a lungo termine e su larga scala di generare “superintelligenze digitali”.
La prima persona paralizzata a ricevere un impianto cerebrale che gli permetteva di controllare un cursore del computer è stato Matthew Nagle. Nel 2006, Nagle, che aveva subito una lesione del midollo spinale, ha giocato a Pong usando la “mente”; il movimento di base richiese solo quattro giorni per essere padroneggiato. Da allora, numerose persone paralizzate hanno mosso braccia e protesi robotiche con impianti cerebrali.
“Alla lunga potremmo creare un’interfaccia cervello-macchina completa per ottenere una sorta di simbiosi con l’intelligenza artificiale“, ha spiegato Musk durante la conferenza svelando che Neuralink punta a mettere in grado chiunque di digitare 40 parole al minuto solo con il pensiero. La superintelligenza, beninteso, sarà un’opzione per l’individuo ma con un potenziale enorme per lo sviluppo della nostra civilità, assicura Musk. Un progetto per il quale la startup ha già raccolto oltre 150 milioni di dollari dagli investitori, oltre ai finanziamenti del patron.
La speranza per il momento è di ottenere entro il 2020 i permessi dell’Fda (U.S. Food and Drug Administration) per avviare la sperimentazione clinica sui primi pazienti con paralisi. E arrivare chissà dove collegando il nostro cervello a una macchina.