Poco meno del 70% dei cittadini europei è preoccupato per il modo in cui sono utilizzati i dati personali. Campagne politiche, propaganda elettorale, orientamento dell’elettorato, sono solo alcuni esempi di come i nostri dati personali siano in realtà troppo spesso delle informazioni preziose ad uso e consumo di aziende, partiti politici e organizzazioni di varia natura.
Lo scandalo Facebook-Cambridge Analytica è lì a ricordarcelo, con pesanti ripercussioni sul voto negli Stati Uniti per l’elezione di Donald Trump a Presidente degli Stati Uniti nel 2016 e sempre nel 2016 nel voto al referendum Brexit nel Regno Unito.
In Italia oltre 214 mila utenti di Facebook sono stati coinvolti in questa pratica scorretta e al limite dell’ingerenza nel regolare svolgimento dell’esercizio elettorale, comunque in piena violazione della privacy.
Per il social network di Mark Zuckerberg, inoltre, sono inoltre in arrivo pesanti sanzioni da parte del Garante Privacy nazionale, che a febbraio 2019 ha concluso l’istruttoria dedicata al caso Cambridge Analytica in Italia.
Lo sfruttamento dei dati personali per finalità politiche ed economiche va considerato come una minaccia alla democrazia e alle libertà individuali e collettive. Con l’avvicinarsi delle elezioni europee del 23-26 maggio 2019 si stanno esaminando nuove norme per dissuadere e punire i membri dei partiti politici europei che violano deliberatamente la protezione dei dati personali per influenzare il risultato delle elezioni.
Il 6 dicembre 2018 la Commissione per gli affari costituzionali del Parlamento europeo ha approvato la sua relazione che è stata votata ieri 12 marzo durante la seduta plenaria, con il voto favorevole di 586 eurodeputati (55 contrari, 24 astenuti).
Le misure introdurranno multe ai partiti europei o fondazioni che abbiano violato la privacy per fini elettorali, che perderà una quota del budget annuale che riceve dall’Ue. A comminare la sanzione sarà l’Autorità per i partiti politici e le fondazioni politiche europee, su parere di un comitato di personalità indipendenti.
“Siamo facendo un importante passo in avanti per proteggere la partecipazione democratica dalle pratiche di manipolazione online sleali”, si legge nel commento riportato dall’Ansa e attribuito all’eurodeputata Pd Mercedes Bresso, relatrice del testo (Ppe).
“Dopo lo scandalo relativo alla protezione dei dati di Facebook e Cambridge Analytica, le persone sono più attente all’uso dei dati personali. Questo regolamento è un passo importante per ridare ai cittadini la fiducia nell’UE e nella partecipazione democratica in generale”, ha spiegato Rainer Wieland co relatore del testo ed eurodeputato tedesco del Partito popolare europeo.
Le autorità di controllo nazionale per la protezione dei dati hanno il compito di supervisionare le elezioni a livello nazionale. I partiti politici europei possono organizzare campagne complementari a livello europeo, incluse quelle per i candidati capilista (Spitzenkandidat).
Se un’autorità di controllo nazionale stabilisce che si è verificata un’infrazione, deve informare l’Autorità per i partiti e le fondazioni politici europei. Sarà poi quest’ultima a decidere quale sanzione applicare. Dopo il via libera in plenaria, il testo dovrà ora essere adottato ad aprile dal Consig