È stato firmato oggi il protocollo d’intesa tra Telecom Italia e il Ministero dell’Istruzione per il progetto di scuola digitale ‘EducaTi’.
Telecom ha deciso di impegnare 60 milioni di euro nei prossimi 3 anni in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e della Ricerca.
Positivo il giudizio del Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini che sottolinea come “il digitale è un pilastro della Buona Scuola” ed è importante perché “ serve costruire nel nostro paese una cultura digitale, che passa dalle infrastrutture ma anche dal modello educativo.”
Presentando il progetto oggi a Roma, il ministro ha aggiunto che “abbiamo bisogno di una società più istruita che faccia della digitalizzazione non solo lo strumento per usare meglio il computer, ma una grande opportunità per cambiare la visione del mondo” sottolineando che le possibilità che offre la tecnologia ai giovani in termini di lavoro e di opportunità è illimitata, quindi dobbiamo iniziare a sfruttarla.
Il presidente Telecom Italia, Giuseppe Recchi ha quindi definito il linguaggio digitale “importante oggi come in passato lo era l’inglese” aggiungendo che, oltre ad esserci corsi di formazione e la creazione di nuove competenze, “questo Governo sta dimostrando la coscienza di pianificare quello che serve per lo sviluppo digitale”.
Il progetto, infatti, rientra nella proposta di risanamento scolastico del governo Renzi “La Buona Scuola” nel quale vengono proposti in 12 punti i cambiamenti da operare, in modo da portare la tecnologia e i suoi vantaggi nel tessuto sociale scolastico. In altre parole, sviluppare un’educazione digitale solida e consapevole.
Il progetto nello specifico si svilupperà in due tipi d’intervento: il primo consiste nella dotazione alle scuole delle giuste infrastrutture tecnologiche. Il secondo riguarda l’adeguata formazione del corpo docenti.
Per quanto riguarda il primo, nel 2015 inizieranno tre attività: Programma il Futuro per portare all’interno delle scuole primarie e secondarie l’insegnamento del coding; Youteach una gara per premiare il miglior studente che, tramite un video, insegna ai docenti ad usare i social network; attività Crowdfunding che consiste in raccolte fondi collaborative.
Mentre per la formazione del corpo docenti, sempre nel 2015, inizierà il Tutor Digital, un percorso di formazione online tra gli insegnanti della scuola primaria.
Nonostante i buoni propositi e la prospettiva futura, l’accordo con la scuola non è stato dei più semplici. Un fattore che ha rallentato e creato difficoltà è stato il conservatorismo di alcuni gruppi che non hanno digerito nè voluto comprendere la natura del progetto.
Ad ogni modo, questo progetto rappresenta il primo step verso un investimento sui giovani. Giovani e educazione, un binomio cui bisogna dare la priorità se si vuole vedere un miglioramento dell’Italia.
E come ha ricordato Il ministro Giannini a chi criticava il progetto di Telecom Italia, “questo progetto non può e ne deve essere inteso come una privatizzazione della scuola”, ma “il contributo di un’azienda privata” per la scuola.