Nel 2019 i consumi di energia si sono fermati a 301,4 TWh, per 169 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (o tep), in calo del -1,3% su base annua. La riduzione ha riguardato soprattutto i settori industriali e agricoli (entrambi -2%), mentre i consumi domestici hanno visto un lieve aumento del +1%.
Secondo la Relazione annuale 2020 dell’Arera, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente, si intravedono anche segni netti di una riduzione dell’intensità energetica, grazie a un miglioramento nei consumi domestici, la realizzazione delle politiche di efficienza energetica e i cambiamenti del mix produttivo nell’industria.
I consumi energetici in Italia
Il dato sul consumo dei carbone è forse quello più eclatante, crollato ad un nuovo minimo storico di 6,6 milioni di tep, – 29,8% rispetto al 2018 e -47% rispetto a 10 anni fa.
Un’economia nazionale sulla strada della decarbonizzazione? Non proprio.
La Relazione ha infatti evidenziato sia il calo dei consumi dei carbone, sia però un aumento dei consumi di gas naturale, anch’esso un combustibile fossile, attorno al +2,3%, fino a 60,9 milioni di tep.
Il gas naturale rimane, seppur di poco, davanti al petrolio (il cui consumo diminuisce leggermente del -2%), la fonte principale nel bilancio energetico nazionale che assicura il 34,2% del consumo interno lordo, contro il 36% del gas.
Nella produzione nazionale lorda di energia, che è cresciuta del +0,7%, passata dai 289,7 TWh del 2018 ai 291,7 TWh del 2019, il gas naturale segna un +11,4%, i prodotti petroliferi un +2,4%.
La produzione da fonti rinnovabili, invece, fa segnare un balzo del 5%, salendo a 35,3 milioni di tep, un nuovo livello record che conferma la crescita in corso da due decenni.
Incentivi per fonti pulite e trivellazioni
Gli incentivi alle rinnovabili sono rimasti invariati rispetto all’anno precedente (63 TWh), con un costo per il sistema di 11 miliardi di euro.
Oltre i 18 miliardi di euro circa sono invece gli incentivi riservati a petrolio e gas naturale. Secondo un recente Report di Legambiente, inoltre, la Finanziaria 2020 ha già confermato 474 milioni di agevolazioni per chi estrae questi combustibili fossili.
Nonostante l’affermazione delle fonti pulite e la leggera riduzione della produzione a petrolio, l’incremento di quella a gas ha lasciato la dipendenza da importazioni dall’estero stabile al 75% circa, valore inferiore di oltre 10 punti rispetto a quello di 20 anni fa, ma sempre uno dei più alti fra i Paesi industrializzati