È stato accolto dal Governo l’allarme lanciato dai presidi di “attivare connessioni internet sicure e veloci per scuole e studenti” per far fronte alla nuova stagione di didattica a distanza imposta dall’ultimo DPCM per le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado. Il ricorso alla didattica digitale integrata (DDI), stabilisce il decreto, deve essere per una quota pari almeno al 75 per cento delle attività. Per le scuole dell’infanzia e le istituzioni scolastiche del primo ciclo l’attività didattica resta in presenza.
I nuovi fondi per la didattica digitale
Così nel ‘Decreto Ristori’, approvato in Consiglio dei Ministri, sono stati stanziati ulteriori 85 milioni di euro per la didattica digitale integrata, fondi che non risolvono il digital divide delle scuole e di molte famiglie italiane, ma contribuiscono a ridurlo.
Il ministero dell’Istruzione: “Oltre 200mila nuovi dispositivi e oltre 100mila connessioni Internet da acquistare a stretto giro”
“Questi fondi saranno rapidamente disponibili nelle casse delle scuole e saranno dedicati alle studentesse e agli studenti meno abbienti”, fa sapere il Ministero dell’Istruzione,secondo i cui calcoli con 85 milioni di euro si potranno “acquistare a stretto giro oltre 200mila nuovi dispositivi e oltre 100mila connessioni”
Inoltre, con un decreto firmato dalla Ministra dell’istruzione Lucia Azzolina sarà possibile concedere alle scuole secondarie di secondo grado ulteriori risorse specifiche, pari a oltre 3,6 milioni di euro, per garantire la connessione e, quindi, la didattica digitale integrata, a studentesse e studenti che ne fossero ancora privi.
I 4 ostacoli alla didattica digitale per tutti
Ovviamente, come è accaduto durante il lockdown, anche durante questo mese la didattica digitale non sarà online per tutte le scuole italiane, permangono i 4 ostacoli principali:
- L’età media degli insegnanti è di 57-58 anni, non tutti utilizzano con facilità ed efficacia gli strumenti per la didattica a distanza.
- La formazione per gli insegnanti non è obbligatoria, per cui non vi è un aggiornamento continuo per la didattica digitale.
- La didattica a distanza non è prevista nei contratti di lavoro, è solo un “obbligo morale”, per cui possono esserci insegnanti che si rifiutano di farla: così non si garantisce il diritto allo studio.
- Il digital divide è ampio sia nelle scuole sia nel Paese. Secondo l’ISTAT, il 45,4% degli studenti di 6-17 anni (pari a 3 milioni 100mila) ha difficoltà nella didattica a distanza per la carenza di strumenti informatici in famiglia, che risultano assenti o da condividere con altri fratelli o comunque in numero inferiore al necessario.