Al “Sistema produttivo culturale e creativo”, per l’anno 2018, si deve il 6,1% del valore aggiunto italiano: oltre 95,8 miliardi di euro. Dato in crescita del 2,9%, rispetto all’anno precedente, mentre l’economia italiana nel suo complesso è aumentata dell’1,8% a prezzi correnti.
Circa un terzo di questa ricchezza è generato da settori anche non culturali, manifatturieri e dei servizi, ad esempio, nei quali però lavorano quasi “600.000 professionisti della cultura (designer, comunicatori, registi, ecc.)”, che si impegnano per elevare la qualità e il valore, prima simbolico e poi economico, di questi beni e servizi.
I dati appena riportati sono relativi al nuovo Rapporto “Io sono cultura 2019. L’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi”, elaborato da Fondazione Symbola e Unioncamere, con la collaborazione e il sostegno della Regione March:, l’unico studio in Italia che, annualmente, quantifica il peso della cultura e della creatività all’interno del panorama produttivo nazionale, di fatto affermandosi come “uno dei motori della nostra economia e della ripresa”.
“Il trend in crescita, però, potrebbe anche essere più accentuato ed è su questo che stiamo lavorando al Ministero. Presto al Mibac ci sarà un servizio dedicato alla moda e al design. Questo perché il design e la moda sono due settori culturali trainanti per l’economia italiana, sia in casa che all’estero. Inoltre, ho voluto investire sulla formazione di una commissione di studio per trovare le migliori strategie di interazione tra le reti museali e i sistemi territoriali. Grazie, infatti, alla collaborazione tra tutti i soggetti in campo, istituzioni, aziende e associazioni, si possono ottenere risultati molto più efficaci in termini di promozione del nostro patrimonio e di presenze turistiche”, ha dichiarato il Ministro per i Beni e le attività culturali, Alberto Bonisoli.
“Cultura, creatività e bellezza sono la chiave di volta di molti settori produttivi di un’Italia che fa l’Italia – ha commentato Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola – e consolidano la missione del nostro Paese orientata alla qualità e all’innovazione: un soft power che attraversa prodotti e territori e rappresenta un prezioso biglietto da visita. Un’infrastruttura necessaria anche per affrontare le sfide che abbiamo davanti a cominciare dalla crisi climatica. Se l’Italia produce valore e lavoro puntando sulla cultura e sulla bellezza, aiuta il futuro e favorisce un’economia più a misura d’uomo e, anche per questo, più competitiva”.
La cultura ha infatti effetti anche sul contesto generale, grazie a un moltiplicatore stimato dai ricercatori essere pari a 1,8: “in altri termini, per ogni euro prodotto dalla cultura se ne attivano 1,8 in altri settori”.
I 95,8 miliardi, quindi, ne ‘stimolano’ altri 169,6 per arrivare a 265,4 miliardi prodotti dall’intera filiera culturale, il 16,9% del valore aggiunto nazionale, col turismo come primo beneficiario di questo effetto volano.
Un effetto competitivo confermato anche dal fatto che le aree geografiche dove maggiore è il fatturato della cultura sono anche quelle dove è forte la vocazione manifatturiera.
Il “Sistema Produttivo Culturale e Creativo” (da solo, senza considerare gli altri segmenti della nostra economia) dà lavoro a più di 1,55 milioni di persone, il 6,1% del totale degli occupati in Italia. Dato anch’esso in crescita: + 1,5%, con un risultato superiore alla dinamica del complesso dell’economia (+0.9%).