Prodotto dalla BBC, disponibile su NETFLIX da ottobre 2020, IL RAGAZZO GIUSTO è una bella e interessante miniserie in 6 puntate
tratta dal romanzo best seller di Vikram Seth, A suitable boy, e adattata dal prolifico e geniale regista e sceneggiatore Andrew Davis, autore di grandi successi, da Il fuggitivo a Orgoglio e Pregiudizio (la miniserie) e diretta dalla brava regista indiana Mira Nair (Monsoon Wedding; Salaam Bombay!).
Siamo nel 1951, in un India postcoloniale: nel 1947 è stata dichiarata l’indipendenza dal Regno Unito e da poco è entrata in vigore la Costituzione (1950), a breve ci saranno le prime elezioni democratiche.
Il paese vive un periodo di grande fermento e rinnovamento culturale e sociale, pieno anche di contraddizioni e tensioni religiose, un mix esplosivo tra innovazione e tradizione.
In questo contesto stimolante e complesso, si intrecciano le vicende amorose di LATA (Tanya Maniktala), la giovane protagonista, e del suo amico d’infanzia MAAN (ISHAAN Khattar) entrambi appartenenti a famiglie benestanti e molto amiche fra loro.
LATA è orfana di padre e frequenta con successo l’Università, ama leggere, ma le viene sconsigliato James Joyce perché non adatto alle ragazze , forse non vuole sposarsi e certamente non vuole un matrimonio combinato, che vorrebbe invece con tutte le sue forze la madre RUPA (Mahira Kakkar).
Ma quando LATA incontra l’amore in KABIR (Danesh Razvi), studente di storia, bello e intelligente ma purtroppo musulmano, le sue flebili certezze crollano.
Per Lata inizia una svogliata passerella di possibili mariti e pretendenti fra cui l’affascinante scrittore AMIT (Mikhail Sen) e il solido calzolaio HARESH (Namit Das) fortemente sponsorizzato dalla madre.
Ma la mente di Lata è sempre rivolta a Kabir.
Riuscirà a conciliare amore, passione e tradizione e trovare il ragazzo giusto per lei?
MAAN è il figlio scapestrato, bello e passionale di MAHESH KAPOOR (Ram Kapoor) rispettato politico e Ministro delle Finanze del Governo. Anche per lui c’è già una moglie predestinata, ma lui si innamora perdutamente e ricambiato, della bella e struggente cantante e cortigiana Saeeda Bai (Tabu) molto più grande di lui.
Una relazione scandalosa, fortemente ostacolata dalla famiglia.
Intorno a questi 2 personaggi principali, ruotano i molti secondari, in un India bellissima, coloratissima e con atmosfere e immagini quasi tridimensionali, rese tali da una regia e una fotografia avvolgenti in un riuscito mix di stile patinato ma al tempo stesso autentico.
Le musiche dal tipico sapore indiano, in particolare le sensuali canzoni cantate da Seeda Bai, completano l’affresco.
Alcune scene, come quella del tango e la scomparsa tra la folla del piccolo Baskar, sono estremamente coinvolgenti e commoventi. Altre cariche di ironia.
Paesaggi, costumi e location ci fanno viaggiare con gli occhi e con la mente.
Il curato contesto politico e culturale contrasta invece a volte con il poco spessore dato ad alcuni personaggi.
In particolare, proprio LATA, che è la nostra protagonista – la serie e il romanzo sono incentrate su di lei e sul suo essere donna in un periodo epocale per l’India – ha una caratterizzazione debole e superficiale. La giovane donna sempre in bilico tra modernità e tradizione, tra passione e convenienza purtroppo non convince e soprattutto non crea quell’empatia necessaria a seguire e capire i suoi turbamenti, le sue scelte, i suoi desideri, risultando quasi sempre un po’ distaccata da ciò che le accade intorno.
Da lei che rappresenta la generazione della modernità in un mondo di donne votate ad accontentare l’uomo e la famiglia, ci si aspettava sinceramente di più nonostante l’interpretazione della brava Tanya Maniktala.
Molto più realistica e vivace la madre RUPA, , il passionale MAAN, la sensuale e perduta SAEEDA BAI, il tenace ma sfortunato KABIR, il tenero calzolaio HARESH KHANNA, uno dei personaggi meglio tratteggiati, dall’aspetto solo apparentemente perdente e con la sua immensa passione per la manifattura delle scarpe.
Tra gli altri personaggi : la frivola cognata MEENAKSHI (Shahana Goswarni), il tormentato insegnante di urdu RASHEED, l’amico del cuore di Maan FIROZ (Shubham Saraf) e molti altri.
I ritmi sono lenti, soprattutto all’inizio, ma funzionali al racconto e alle immagini.
Una serie per tutti, quasi un bel viaggio, cosa di cui credo, abbiamo tutti particolarmente bisogno in questo periodo, e, almeno con gli occhi e con la mente possiamo farlo!
Buona visione!