Il premier Giuseppe Conte promette la lotta al digital divide in Italia. Nelle comunicazioni al Senato sulla crisi di Governo in atto, il presidente del Consiglio ha indicato la digitalizzazione della Pubblica amministrazione e delle imprese e la riduzione del divario digitale nel Paese le attività in cima all’agenda dell’esecutivo.
Ma chi gestirà i 58,95 miliardi del Recovery plan per il digitale?
Nel Recovery plan il Governo ha “messo a budget” 58,95 miliardi per la prima “missione”, ossia la digitalizzazione, innovazione, competitività e Cultura 4.0.
Ma, come per il resto delle missioni, non è stata indicata la governance.
- Chi selezionerà i progetti e deciderà come spendere i fondi che si otterranno dall’Unione europea?
- Chi deciderà come spendere i 13 miliardi per la digitalizzazione, l’innovazione e la sicurezza della Pubblica amministrazione?
- E i 37,59 miliardi chi sceglierà come investirli per la digitalizzazione, l’innovazione e la competitività del sistema produttivo?
- Infine, gli 8,30 miliardi come saranno erogati per il Turismo e la Cultura 4.0?
Cosa dice la bozza del Recovery Plan sulla governance
Nella bozza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), di 172 pagine, varata dal Consiglio dei ministri si limita a comunicare che: “Il Governo, sulla base delle linee guida europee per l’attuazione del Piano, presenterà al Parlamento un modello di governance che identifichi la responsabilità della realizzazione del Piano, garantisca il coordinamento con i Ministri competenti a livello nazionale e gli altri livelli di governo, monitori i progressi di avanzamento della spesa”.
In Francia già si sa chi sarà alla guida della cabina di regia del Recovey plan: il ministero dell’Economia.
In Italia anche la governance del piano più importante da quando esiste la nostra Repubblica, più rilevante del piano Marshall, sarà oggetto del mercanteggiare parlamentare per trovare la fiducia al Governo?