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Come cambia il mercato delle app al tempo del coronavirus

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La priorità, nelle zone-focolaio come l’Italia, è rallentare la diffusione del contagio in modo da non provocare un eccessivo stress sulle strutture sanitarie.

La maggior parte della popolazione del pianeta è ormai venuta a patti con il fatto che l’epidemia di coronavirus (o CoVid-19) non passerà tanto presto: ora la priorità, nelle zone-focolaio come l’Italia, è rallentare la diffusione del contagio in modo da non provocare un eccessivo stress sulle strutture sanitarie. Ecco perché il Governo ha incentivato con vari strumenti legislativi il ricorso allo smart working e al lavoro da casa, un approccio abituale già per moltissime aziende che si occupano di economia digitale.

App e coronavirus

Questo non vuol dire che il coronavirus non abbia avuto il suo impatto anche tra chi si occupa di software e applicazioni: lo smartphone è ormai uno strumento fondamentale per le nostre vite e un’epidemia di questa portata influenza anche il nostro rapporto con Android, iPhone e i loro programmi.

La pandemia simulata? Via dallo store

Alcune app che ci sembravano del tutto innocue fino a poco tempo fa si rivelano di (involontario) cattivo gusto alla luce della situazione attuale: è il caso di uno dei giochi per smartphone più popolari di sempre, Plague Inc., da otto anni ormai stabile nelle classifiche dei più scaricati. Ebbene, nelle ultime settimane questa simulazione di pandemia è diventata un’ossessione per molti, divisi tra chi prova a cogliere il lato ludico della cosa e chi – magari angosciato – dalla mancanza di informazioni precise, cerca una sorta di previsione di quello che succederà in un gioco giudicato molto ben fatto anche da diversi enti di ricerca, come i CDC americani (Centers for Disease Control and Prevention), che considerano l’app “molto educativa”.

Probabilmente per non alimentare il panico, la Cina ha fatto rimuovere in questi giorni Plague Inc. dall’App Store locale iOS, citando suoi “contenuti illegali”: una motivazione molto generica e che ha fatto storcere il naso al creatore del gioco, James Vaughan, che ha tacciato di scarsa chiarezza l’operazione, e alla società che lo distribuisce, la Ndemic Creations. Dei 2,2 milioni di download dell’app in Cina, il 9% è relativo agli ultimi due mesi. L’ultimo capitolo di un tentativo sempre più marcato di controllo da parte del governo cinese del più grande mercato per i giochi mobili al mondo.

L’app cinese che ti classifica (e spia i tuoi dati)

Il New York Times, invece, ha raccontato come le misure di sicurezza imposte dal governo cinese si affidino – non sempre in maniera del tutto trasparente, pare – anche al software presente sui dispositivi mobili. Per la gioia degli scrittori di fantascienza distopica, l’Alipay Health Code, introdotto dapprima ad Hangzhou e già in uso in altre 200 città, è stato sviluppato da una compagnia associata ad Alibaba (Ant Financial) e assegna un colore (verde, giallo o rosso) a seconda dello stato di salute dell’utente quando si accede al proprio portafoglio digitale, senza che siano molto chiare le modalità con cui si viene classificati.

E c’è anche un altro problema: il NYT ha analizzato il codice del sistema e si è accorto che una sezione del programma, chiamata “reportInfoAndLocationToPolice”, invia a un server la posizione della persona, il nome della città e il codice identificativo; non si sa bene perché nemmeno in questo caso, ma quel che è certo è che le forze di polizia sono tra i partner coinvolti nel progetto. Come ha chiosato il giornale americano, «sarebbe come se negli Stati Uniti i CDC usassero le applicazioni di Amazon e Facebook per tracciare il coronavirus, condividendo poi senza clamore le informazioni dell’utente allo sceriffo locale».

Quando il telefonino dice come comportarsi

Se non altro, va da sé che lo smartphone è uno strumento dalle potenzialità straordinarie anche in una situazione come questa, e la rapidità nelle comunicazioni è stata cruciale per evitare che l’epidemia si propagasse ancora di più. Inoltre, anche in Italia sono state sviluppate applicazioni a tempo di record per fronteggiare le criticità più pressanti, prima tra tutte la necessità di un’autodiagnosi per il virus che, allo stesso tempo, non intasi gli ospedali già allo stremo e non aumenti i rischi di contagio, fornendo anche tutte le indicazioni sui comportamenti da tenere per evitare rischi.

La startup marchigiana Tombolini & Associati srl, per conto di Nusa Servizi, la società operativa della Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg), ha creato due versioni di un’applicazione, CoVtest, per aiutare a seguire le buone pratiche di fronte al coronavirus: una è rivolta ai medici di medicina generale, l’altra a tutti i cittadini.

In una situazione confusa come quella attuale, dove è difficile seguire l’evoluzione della malattia e quindi reagire di conseguenza anche a livello governativo, CoVtest nasce per portare un po’ di chiarezza. Un po’ come ha già fatto la web app creata da due francesi che vivono a Taiwan, Kevin Basset e Maxime Michel, che mostra con ngrande precisione l’evolversi del contagio.

Quarentena? Più lavoro da casa, più giochi, più appuntamenti

Secondo App Annie, nella settimana dopo il 2 febbraio in Cina sono stati effettuati 222 milioni di download per i soli dispositivi Apple, a una media del 40% superiore rispetto allo stesso period del 2019: la quarantena e la presenza della propria connessione senza limiti (su SosTariffe.it si possono trovare sempre le migliori offerte per la fibra ottica casalinga) aiutano a passare molto più tempo del solito utilizzando il proprio dispositivo.

In particolare, lo si fa per pensare ad altro, almeno per un po’ di tempo: ecco perché un terzo dei download riguarda le app di videogiochi, tanto che sono due app del colosso del gaming Tencent ad aver conquistato la testa della classifica con i titoli dal maggior incasso lordo. La stessa Tencent, da inizio 2020, ha visto le sue azioni aumentare di più del 5% e superare i 400 dollari di valutazione, un valore che non si vedeva dal giugno del 2018.

Grande successo anche per le app dei settori dedicati alla produttività e all’educazione, visto che lavorare e studiare da casa, per milioni di persone, sarà la regola per le prossime settimane. Ma forse l’indicazione più sorprendente arriva dalle dating app, in questi giorni in cui le indicazioni impongono di non abbracciarsi, stringere mani e di rimanere ad almeno un metro di distanza: una portavoce di Once, infatti, ha detto di aver riscontrato un aumento del traffico giornaliero di circa il 30% in Nord Italiana: «L’aumento degli utenti attivi nell’arco delle singole giornate è stato progressivo, con ricerche nel complesso equamente distribuite tra uomini e donne». Aspettando di poter tornare a uscire di casa senza rischi, ci si distrae come si può.

Fonti: https://www.cnbc.com/2020/02/27/plague-inc-removed-from-apple-app-store-in-china.html

https://www.nytimes.com/2020/03/01/business/china-coronavirus-surveillance.html

https://www.corriereadriatico.it/ancona/coronavirus_ultime_notizie_marche_app_medici_cittadini_test_infezione-5088162.html

https://www.agi.it/economia/news/2020-02-25/coronavirus-app-scaricate-7208788/

https://it.finance.yahoo.com/notizie/coronavirus-e-boom-per-le-app-di-dating-nel-nord-italia-133822515.html

https://www.agi.it/economia/news/2020-02-25/coronavirus-app-scaricate-7208788/

https://coronavirus.app/map?mode=infected

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